sabato 16 maggio 2009

L'UMILTA'


SECONDO SANT'ANTONIO ABATE:

L'abate Antonio disse: «Ho visto tese sulla terra tutte le trappole del Nemico e addolorato ho aggiunto: chi dunque potrà sfuggire ad esse? Allora ho sentito una voce che mi diceva: l'umiltà».


Lo stesso abate Antonio, appuntando lo sguardo fin nel profondo dei giudizi di Dio, chiese: «Signore, come è possibile che alcuni muoiano giovani e altri diventino vecchissimi? Perché alcuni faticano per vivere e altri invece si arricchiscono? E perché sono gli ingiusti a diventare ricchi e i giusti al contrario vivono nell'indigenza?». Una voce arrivò fino a lui che diceva: «Antonio, occupati di te stesso. Questi sono i giudizi di Dio e a te non serve saperli».


Un monaco fu lodato dai fratelli davanti all'abate Antonio. Quando si presentò da lui, questi volle saggiare se sopportasse il disprezzo. Vedendo che non lo tollerava gli disse: «Tu sei come un edificio abbellito sul davanti e dietro devastato dai ladri».


Una volta giunsero dall'abate Antonio dei vecchi e con loro c'era l'abate Giuseppe. Volendo l'anziano, metterli alla prova, propose loro un passo delle Scritture e cominciò a chiedere, a partire dal più giovane, di quale luogo si trattasse. Ognuno rispondeva come poteva. Il vecchio replicava: «Non ci siamo». Alla fine chiese all'abate Giuseppe: «Che ne pensi?». Egli rispose: «Non so». Allora l'abate Antonio disse: «Sicuramente l'abate Giuseppe ha trovato la via perché ha detto: "Non so"».

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