mercoledì 13 maggio 2009

DIFFICOLTA' NELLA PREGHIERA


Se continuate a trovar difficoltà nel pregare, vorrei rassicurarvi, siete sulla buona strada. E c'è da temere di quel cristiano, di quel religioso, che nella preghiera trova tutto liscio. Solo in Paradiso sarà facile pregare, perché allora Dio stesso con la sua luce sfolgorante attuerà le nostre deboli potenze, fatte capaci di “lumen gloriae” di contemplarlo. Quaggiù no!

Se da queste riflessioni vi portaste via la convinzione che pregare è “difficile”, avreste trovato un antidoto contro il veleno dello scoraggiamento che proprio intorno all'arte di pregare continua a fare le sue vittime . A comune conforto cito una esperta in materia che di orazione se ne intendeva: S. Teresa d'Avila.

Ella ha scritto così divinamente della preghiera, …sembrerebbe che dovesse pregare con grande facilità. Non fu così sentite: “Ohimé, spessissimo, e per anni interi, io sono meno occupata di Dio e dei buoni pensieri che della smania di veder fluire l'ora dell'orazione. Stavo in attesa del momento in cui l'orologio avrebbe suonato. Avrei allora preferito la più rude penitenza alla pena di dovermi raccogliere ai piedi di Nostro Signore, e non saprei dire qual terribile lotta dovessi sostenere contro il demonio e le mie perverse abitudini per portarmi all'oratorio; entratavi, poi, ero presa da una tristezza mortale e dovevo far ricorso a tutto il mio coraggio (che a quanto si dice non è poco) per padroneggiarmi e mettermi a pregare. Finalmente Dio veniva in mio aiuto, e dopo essermi fatta violenza, provavo spesso consolazioni più grandi che nei giorni in cui ero meglio disposta”. Pensate: questo stato di cose, dice la Santa le durò per circa 14 anni.

Constatare tutto ciò ci fa bene! Bisogna tenere a portata di mano certe testimonianze perché, ci mostrano dei grandi Santi alle prese con le nostre stesse difficoltà, e noi ricaviamo incoraggiamento ad andare avanti. Se anime di questa portata sono state così provate, perché meravigliarci se anche noi sentiamo le stesse difficoltà?! “Chi vuole dedicarsi all'orazione deve immaginarsi di coltivare un terreno ingrato e coperto di rovi, per farne il giardino del Signore. Dapprima il divin Seminatore strappa le cattive erbe e al loro posto ne semina di buone. Tocca poi a noi, come giardinieri, di lavorare con l'aiuto di Dio, per far crescere queste pianticelle, e d'innaffiarle spesso perché abbiano a portar fiori leggiadri, il cui profumo torni gradito a N.S.. Se così è, il buon Pastore visiterà spesso le sue care aiuole e vi prenderà le sue delizie.

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