sabato 31 gennaio 2009

SAN GIOVANNI BOSCO


Alcune frasi celebri di Don Bosco


Se vuoi farti buono, pratica queste tre cose e tutto andrà bene: allegria, studio, preghiera. E' questo il grande programma per vivere felice, e fare molto bene all'anima tua e agli altri.

Il migliore consiglio è di fare bene quanto possiamo e poi non aspettarci la ricompensa dal mondo ma da Dio solo.


Tutti hanno bisogno della Comunione: i buoni per mantenersi buoni e i cattivi per farsi buoni.


I due sostegni più forti per sostenervi e camminare per la strada del Cielo sono i Sacramenti della Confessione e Comunione. Perciò guardate come gran nemico dell'anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da questi due Sacramenti.


Tutti dobbiamo portare la croce come Gesù, e la nostra croce sono le sofferenze che tutti incontriamo nella vita.


Ricordatevi, che ogni cristiano è tenuto di mostrarsi propositivo verso il prossimo, e che nessuna predica è più vera del buon esempio.


Quando si tratta di qualche cosa che riguarda la grande causa del bene, don Bosco vuol essere sempre all'avanguardia del progresso.


Tutto passa: ciò che non è eterno è niente!


Tenete a memoria, che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingerci al male è: Oh! è niente! Tenete a memoria, che la solita parola equivoca considerata innocua può portare ad un comportamento scorretto.


Non mandate a domani il bene che potete fare oggi, perché forse domani non avrete più tempo


È una vera festa per don Bosco il poter prendere cura delle anime dei suoi giovani. Aspetto tutti i miei giovani in Paradiso


L'essere buono non consiste nel non commettere mancanza alcuna, ma nello avere volontà di emendarsi


Il migliore consiglio si è di fare bene quanto possiamo e poi non aspettarci la mercede dal mondo ma da Dio solo.

venerdì 30 gennaio 2009

LA CONFESSIONE



Qual è la preoccupazione maggiore che dovrei avere venendo a ricevere il sacramento del perdono?
La cosa più importante è che tu capisca che il sacramento è un atto di fede nella potenza guaritrice di Cristo.
Tu non devi vedere il prete, tu devi scorgere Cristo in lui. Poi devi sapere bene che il gesto che stai per compiere è una riparazione di amore. Quando si ama veramente, le cose non costano più.

Io ho ancora un po’ di paura del sacramento del perdono, cosa devo fare?
Reagisci! Devi fare un po’ di autoumorismo, devi smontarti. Prendi in mano la catechesi di Cristo sul sacramento del perdono, il capitolo 15 di Luca. Davanti a un padre che corre verso il figlio peccatore, lo abbraccia, lo copre di baci, piange di gioia… puoi ancora avere paura di inginocchiarti a chiedere perdono?

Io sento dentro di me come la voce della mia debolezza che mi dice: è inutile, tanto sarà tutto come prima. Come devo reagire?
Devi reagire con fermezza. Non è assolutamente vero che "sarà tutto come prima". Se ricevi il sacramento bene, in te ci sarà la forza vitale di Cristo che opera, che sostiene, che incoraggia, che conforta.
Il sacramento ben ricevuto lascia un segno. Non è un colpo di bacchetta magica, tuttavia è una forza misteriosa di Dio, che scatterà in te al momento giusto, se tu collabori, se tu fai la tua parte.
Posso attendermi qualcosa di sensibile nel mio incontro con Cristo nel sacramento del perdono?
Non cercare questo. Lascia fare a Dio. Certe volte Dio tocca la tua sensibilità fino a farti piangere, fino a farti sanguinare. Spesso invece non senti nulla. Il sacramento è un atto di fede, proprio per questo non opera (normalmente) nel sensibile. Accettalo con naturalezza. Sono le tue decisioni che contano. E’ la tua volontà di combattere unita alla forza di Cristo. E’ la volontà di pregare molto che conta, di vigilare su te stesso, di usare quei mezzi di difesa che hai sperimentato essere più efficaci.

E’ meglio essere breve o lungo nell’accusa?
E’ meglio andare al nocciolo. Se ti perdi nei particolari rischi di sfocare l’essenziale. Va’ a quello che ritieni veramente grave e sorvola sul resto. Tutto è importante, ma se hai il cancro, è il cancro che preme, non preoccuparti se tra i tuoi mali c’è anche un dente cariato. Pensa al tuo cancro. Chiedi la guarigione. Sii schietto fino a sanguinare.

Se sento l’attrazione del male posso dire che sono pentito?
Dio non ti chiede di essere immune dall’attrazione del male. Dio ti chiede delle decisioni ferme, concrete, proporzionate. E’ questo che fa l’ossatura vera del pentimento. Punta lì. Un grande uomo ha scritto: "Ciò che nell’uomo non è decisione è segatura"(Carillon). La tua confessione conta in proporzione delle tue decisioni.

Di quali colpe c’è l’obbligo stretto di confessarsi?
Il vecchio catechismo rispondeva così (e la sua risposta è sempre valida): "Siamo obbligati a confessarci di tutte le colpe gravi, non ancora confessate, o confessate male. Giova però confessare anche i peccati veniali".
Colpe gravi: in una confessione straordinaria forse è bene che tralasci ciò che è secondario.
Colpe non ancora confessate: devi indagare su ciò che non hai mai confessato o per vergogna o per negligenza.
Colpe gravi confessate male: la regola più semplice è farti aiutare dal confessore dicendo: "Ho un groviglio per il mio passato, mi aiuti con qualche domanda".

Se non sono deciso ad essere schietto sarebbe meglio non ricevere il sacramento del perdono?
Sì, sarebbe meglio non confessarsi. Se non sei deciso alla sincerità sta’ lontano dal sacramento. Un sacrilegio è veleno, non converte e non dà forza, toglie le forze!
Il pensiero dei miei sbagli passati mi toglie la pace; cosa devo fare?
Apri il Vangelo alla Passione di Cristo e leggi col cuore. Sprofondati nel dolore di Cristo. Poi apri il Vangelo di Luca al capitolo 15, leggi e rileggi. La tenerezza di Dio ti darà pace.
Vivo in un’occasione volontaria di colpa grave, posso ricevere il sacramento del perdono?
No, non puoi. Se vivi volontariamente in un’occasione di colpa grave è segno che ami quella colpa, è segno che in te non è ancora entrata l’idea della conversione. Non puoi confessarti, sarebbe una profanazione al sacramento.

Il mio passato è un caos, cosa dovrei fare per mettermi a posto?
Fatti aiutare dal sacerdote. Di’ con semplicità che non riesci a mettere ordine nella tua coscienza, e rispondi con schiettezza alle sue domande.

In un momento particolare della vita avevo ricevuto il sacramento in modo eccezionale; poi, credo, sono stato fedele al Signore fin qui. Cosa dovrei fare questa volta per ricevere bene il sacramento?
E’ bene che non ritorni a rivangare il passato. Però poni a te stesso con chiarezza questa domanda: "Cos’è che da molto tempo il Signore mi sta chiedendo e che io rifiuto? Sto negando qualcosa a Dio?".

Basta la confessione delle proprie colpe? non è troppo poco?
No, la confessione suppone una conversione. Una conversione suppone un programma chiaro, concreto, di ripresa. Le tue decisioni devono essere precise, concrete, proporzionate. Devi anche pensare ad una riparazione. Un male non riparato è segno di un pentimento inefficiente, fatto di parole soltanto.

Come impiegare bene il tempo dell’attesa?
Il tempo dell’attesa è prezioso, per te e per gli altri, non sciuparlo! La cosa migliore è sprofondarti nella Parola di Dio. Leggi e rileggi i racconti della Passione e le pagine più belle del Vangelo sulla misericordia di Dio:
prega per chi si sta confessando;
annota sul tuo quaderno i tuoi impegni;
scrivi i più bei doni che Dio ti ha fatto.
Sono tutti mezzi che aprono all’amore e ti preservano dalla dissipazione.

Dopo il sacramento qual è la cosa più importante da fare?
E’ custodire la tua gioia. Se hai ricevuto bene il sacramento, avrai probabilmente una gioia immensa, ti verrà anche il desiderio di comunicarla agli altri. E’ importante che tu non guasti con la dissipazione le ore preziose che seguono il sacramento. Prega molto e fa’ qualche penitenza che ti costi un po’. Programma anche qualche bella carità. Consacrati alla Madonna.

( di A. Gasparino, Il sacramento del perdono. EDC. Pag. 71ss.)

mercoledì 28 gennaio 2009

COME VIVERE L'EUCARISTIA


LA MESSA, SCUOLA DELL’ AMORE.

Imparare a offrirsi a Cristo.


Nella Messa c’è lo spettatore e c’è l’attore. Lo spettatore è colui che paga un biglietto, ma non soffre un dramma. La Chiesa alla Messa non vuole spettatori, vuole attori. Il Concilio Vaticano II nella Costituzione sulla Sacra Liturgia dice:
"La Chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede… Offrendo l’ostia immacolata, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui, i fedeli imparino a offrire se stessi e, di giorno in giorno, per mezzo di Cristo mediatore, siano perfezionati nell’unità con Dio e tra loro, di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti" (n. 48).
La Chiesa non ci vuole a Messa come "muti spettatori" per il semplice motivo che l’Eucaristia non è uno spettacolo da vedere, è invece un dramma da vivere. Nella Messa noi siamo i personaggi in azione, protagonisti con Cristo, tutti, dal prete all’ultimo fedele.
Il fedele ha la sua parte, ma non la parte primaria: è Cristo che fa la parte primaria; il prete gli impresta i movimenti, la parola, si china sul pane come ha fatto lui nella cena, gli impresta i gesti, la voce per ripetere tutto quello che lui ha fatto, tutte le parole che ha detto.
La Chiesa – dice il Concilio – si preoccupa che il fedele avverta tutto questo, che sia corresponsabile col prete di quello che avviene sull’altare.
Perché si preoccupa? Ma perché se la Messa è solo spettacolo, se il fedele è solo spettatore e non attore, è quasi inutile che ci sia la Messa.
Cristo non ci ha dato la Messa come spettacolo, ce l’ha data per muovere la nostra vita verso di lui. Dunque non confinate il sacerdote dietro l’altare come un personaggio che agisce per conto suo. No, il prete non offre per conto suo e neppure per sola delegazione vostra, il prete è all’altare per offrire con voi e voi siete di là dell’altare non per delegare lui, ma per offrirvi con lui; voi siete parte viva del sacrificio Eucaristico!
La Chiesa vuole che a Messa il cristiano impari a offrire se stesso.
Ma… non basta Cristo che si offre per noi? Non basta il prete che ci rappresenta in certo modo davanti a Cristo e al Padre? No, dice il Concilio: tu cristiano devi anche offrire.
Che valore bisognerà dare a queste parole: il cristiano "impari a offrire se stesso?".
Anzitutto il cristiano ha da capire che non basta la presenza fisica per l’Eucaristia. Alla Chiesa non interessa, è troppo poco!
Ci vuole una presenza motivata e convinta: non posso essere a Messa per sentimentalismo religioso, per tradizione, per curiosità, per comodo, attratto da motivi insufficienti.
Il cristiano deve rendersi conto che è a Messa per offrirsi a Dio.
Offrirsi a Dio! E’ tremendo. Sono dunque a Messa per dare più che per prendere. La Messa non è un self-service dove prendo quello che mi aggrada; no, sono qui per dare.
Offrirsi a Dio mi sottolinea la dimensione "dinamica" della Messa.
Offrirsi a Dio vorrà dunque dire ascoltarlo; devo afferrare il messaggio di Dio su di me, devo almeno mettermi davanti a questo problema: "Signore, che cosa vuoi da me?" e coglierne la risposta. Devo dare tempo a lui di parlare e a me di recepire; se non ho fatto questo, che Messa è la mia? Che cosa ho offerto se neppure ho saputo che cosa lui voleva da me?
Offrirsi a Dio significherà essere come lui mi vuole, o almeno voler essere, o almeno desiderare di essere come lui mi vuole.
Offrirsi a Dio forse è spiegato dal testo conciliare stesso là ove dice: "E di giorno in giorno i cristiani siano perfezionati nell’unità con Dio e con i fratelli".
E’ bello questo "crescere nell’unità", con Dio prima di tutto, perché sono sempre sganciato da lui, e devo imparare a vivergli vicino, devo maturare alla preghiera, allo stare con lui; lui mi è vicino 24 ore su 24, io quanto tempo gli sono vicino in una giornata?
Crescere nell’unità coi fratelli, perché il mio egoismo mi pone sempre in rottura. Lo provo nell’intimo della famiglia, a casa, fuori casa, a scuola, sul lavoro, allo stadio, nel bar, al cinema. Sono sempre in rottura con qualcuno. La Messa mi è data per imparare a vivere con gli altri, ad ascoltare, ad aprirmi, a comprendere, a condividere. La Messa mi è data perché io entri negli interessi degli altri, in quelli dei poveri, perché apra gli occhi sui problemi di tutti. Mi è data per maturare nella bontà.
Perché il Concilio dice che devo imparare a offrirmi?
Perché è estremamente arduo e difficile l’offrirsi a Dio. Si tratta di sbaragliare l’egoismo umano. Non basta la dinamite a far saltare tutta una montagna; ce ne vogliono di cariche di dinamite!
Perciò ci vuole un lavoro paziente e graduale. La Chiesa non fa poesie. E’ questa la ragione per cui tutte le settimane ho bisogno della Messa. Ne avrei bisogno tutti i giorni, perché tutti i giorni sono da capo con il mio egoismo. Il lavoro non finisce mai.
Siamo come muratori che costruiscono una casa: un mattone dopo l’altro, se sono costante, la casa viene su, se butto la cazzuola e i mattoni e mi siedo sulle impalcature con le braccia incrociate, il lavoro si ferma. Costruiamo a mattoni, con infinita pazienza, non costruiamo a pezzi prefabbricati, con la velocità lampo.
Siamo come scalatori che han dato l’assalto alla grande parete: un movimento dopo l’altro, un palmo di parete dopo l’altro e lo scalatore sale, sale finché sembra solo più un ragno attaccato al filo della sua corda. E’ rischioso, soprattutto è un lavoro di grande resistenza e tenacia. Siamo scalatori che conquistano palmo per palmo la montagna dell’egoismo umano, non siamo sorvolatori con l’elicottero.
Forgiamo l’uomo nuovo, per questo abbiamo tanto bisogno della Messa; ogni Messa un mattone e il muro va su; ogni Messa un passo avanti e la scalata avanza. Sbaragliare l’egoismo umano è un’impresa più ardua che conquistare l’Everest.
Quando arriveremo alla punta? Credo che non dobbiamo neppure chiedercelo, perché la mèta precisa a cui puntiamo di arrivare è così ardua e alta che ci potrebbe scoraggiare. Il Concilio fissa la mèta in cinque parole che sono "croccanti": che Dio sia tutto in tutti.
Siamo veramente davanti all’Himalaya!
Ma Cristo sale con noi!
E’ lui il capo della cordata, è lui che ci tiene, lui che ci rafforza, lui che guida.
E’ per questo che ogni Messa deve terminare con la mia fusione in lui, con la comunione.
Scendere al concreto.
Se noi afferrassimo fino in fondo questo principio di vita che la Chiesa ci suggerisce per entrare davvero nella Messa, tutto cambierebbe in noi. Noi cominceremmo veramente a capire la potenza dirompente che può sprigionarsi dall’Eucaristia.
Non vi siete mai chiesti: ma a quante Messe ho già partecipato nella mia vita? Mille? Diecimila? Ma che cosa hanno operato in me? Se ci pensate bene, c’è da prendere la febbre.
Ma capite? Chi una volta sola nella vita s’imbatté in Cristo e gli parlò, lo sentì, mangiò con lui… credete che abbia potuto ancora vivere come prima? Quando penso a quella donna impaurita che gli toccò le frange del mantello con una fede da ottenere il miracolo, io che a Cristo pesto i piedi tutte le volte che vengo a Messa senza che in me si verifichi nemmeno l’ombra di un miracolo, mi dico, lo incontro Cristo o non lo incontro? Non c’è da sospettare che questo stile di comportamento, mio e anche di Cristo, abbia alla radice qualche disfunzione?
Una cosa è certa: finché l’Eucaristia per me è solo bere un bicchiere d’acqua, è naturale che i miracoli non avverranno mai, perché l’incontro tra me e Cristo è di là da venire!
Ecco, allora, diventa estremamente importante che io ponga una viva attenzione ai consigli che mi dà la Chiesa perché la Messa sia per me un fatto vitale.
Il consiglio di "imparare a offrirmi" a Cristo è di una importanza eccezionale. Più scendiamo al pratico più ne afferriamo la portata.
A Messa devo offrirmi! Dice bene la Chiesa: devo imparare a offrirmi perché non è una cosa semplice. Non arriverò mai a farlo bene, a farlo fino in fondo, a farlo con assoluta autenticità. E dovrò riprendere sempre in esame quello che ho fatto, perché ho la maledetta mania congenita di dare a Dio con una mano e di riprendere subito al più presto con l’altra. E’ un’arte difficile offrirsi a Dio, ma devo battere la pista se voglio arrivare in porto, e farmi coerente con la fede.
Prima offrirò il mio fisico.
Credete sia poco? E credete sia possibile? Si, Cristo, ti do il mio fisico, voglio cioè gridarti con tutte le forze che il mio fisico vuole essere un tuo strumento d’azione.
Voglio agire, muovere, operare per te.
L’operaio dirà: "Voglio darti il mio fisico perché tu entri nella mia fabbrica: quanto c’è bisogno di te nel mio reparto! Quasi tutti ti ignorano, chi ti nomina lo fa solo per bestemmiarti! Nessuno sa che tu ami uno per uno i miei compagni, quello bianco e quello rosso, quello buono e quello egoista, nessuno ti conosce. Cristo, io cedo a te la mia persona perché tu, attraverso di me, possa entrare nel mio mondo dove la Chiesa non esiste".
Lo studente dirà: "Cristo, io ti porterò con la mia vita nel mondo della scuola, pieno di gente che ha bisogno di te, dai ragazzi ai docenti. C’è tanto orgoglio nel mio mondo, c’è tanto bisogno di Vangelo".
Offrire il nostro fisico a Cristo è grandioso! Cristo, ti do i miei occhi, sì, i miei occhi. Voglio cioè oggi vedere le cose attraverso di te, vedere gli avvenimenti nella tua luce, considerarli dalla tua angolazione, non dalla mia. Ti offro i miei occhi, perché li voglio aprire bene su di me, sulla mia realtà, sulla mia miseria, sul mio egoismo. Voglio aprirli sugli altri, vedere i bisogni dei fratelli, vedere cosa vogliono mia madre, mio padre, mia sorella . voglio aprire gli occhi, non chiuderli, sui poveri, su quello che mi tocca fare per loro, sui poveri vicini e non vicini.
Voglio aprire gli occhi, non chiuderli, sui poveri di casa mia. Sì, nelle quattro pareti di casa mia ci può essere un povero a cui io non presto attenzione da molto tempo, sarà una persona anziana, o sarà un fratello pesante o scocciatore che mi dà sempre sui nervi quando apre bocca; non posso sopportare le sue pretese, i suoi egoismi, non gli ho mai rivolto una parola di pace da tanto tempo; è il mio povero, il povero di casa mia, anche se a casa mia non manca proprio nulla; il povero "si turno" ce l’hanno tutti in casa.
Signore, ti offro il mio corpo, i miei sensi, tutti. Me li hai dati per comunicare con te e per comunicare coi fratelli; io finora li ho sempre strumentalizzati a me. Voglio piantarla lì, o Signore, li consacro a te, li purifico, consacrandoli a te!
Signore, ti offro la mia lingua! Quanto ha bisogno di essere tua, di essere cristiana e battezzata la mia lingua, perché si inquina di peccato con tanta facilità.
Mi serve al male. Dice il falso, calpesta i fratelli, è uno strumento di ingiustizia che distrugge invece di costruire. Quanto male ho fatto con la mia lingua, ho rovinato anche le persone, ho tradito gli amici. L’ho sporcata d’impurità, l’ho strumentalizzata al male.
Ora te la dono, o Signore, voglio che sia strumento di bene, non di rovina.
Voglio che sia tua. Voglio imparare a seminare pace e mai discordia, a far coraggio, a dare forza, a portare gioia; voglio portare la mia parola buona dove posso, continuamente. E voglio adoperarla per la preghiera, per parlare con te!
Signore, io ti offro la mia lingua perché oggi non esca dalle mie labbra nulla che dispiaccia a te.
La lingua! Un prete operaio mi ha raccontato l’altro giorno: "All’officina hanno assunto un apprendista, un bel ragazzino di sedici anni, vispo, intelligente, mi sembrava anche buono. Sono passati otto giorni. Ora mi fa molta pena quel ragazzo; sono passati otto giorni, non ha ancora imparato a distinguere le chiavi dai ferri dell’officina, ma ha già imparato tutto il linguaggio osceno del nostro ambiente, sa già a memoria tutte le bestemmie che circolano tra di noi e va a gara a far lo scimmiotto dietro gli operai più sboccati".
Il povero apprendista ha le sue colpe di sicuro, perché a sedici anni si può già avere una personalità senza dover scimmiottare tutte le scemenze altrui, ma la colpa grossa è dei meccanici, gente che non ha mai capito che non è lecito vedere la lingua all’istinto della volgarità.
Com’è bello se imparate, a Messa, a consacrare la lingua a Dio per il bene, vietandovi con fermezza ogni strumentalizzazione per il male.
Dopo il fisico c’è da offrire a Dio l’intelligenza, il mondo del vostro pensiero! Che dono spettacolare da fare a Dio! Signore, che il mio pensiero sia tuo, un giardino privilegiato per te, dove tu puoi lavorare, seminare e raccogliere. Sia un terreno libero da sterpi e da pietre d’inciampo. Sia un terreno fecondo, non una palude. Signore, dammi buona volontà a coltivare bene la mia intelligenza.
Ti chiedo che non s’inquini per l’orgoglio, che non si chiuda, che si apra all’ascolto, che sappia accettare la verità da qualunque parte essa provenga, che io sappia imparare da chi mi contrasta, da chi si oppone alle mie vedute.
Per me, operaio cristiano, chiedo di saper imparare dal fratello marxista tutto quello che lo Spirito Santo vuole che impari stando ben ancorato alla Chiesa, perché senza la Chiesa son un povero verme!
Preserva la mia intelligenza dall’orgoglio, la offro a te! Manda i tuoi fertilizzanti alla mia intelligenza: la testimonianza di tanta gente che mi vive vicina e ha tante cose da dirmi, se io so cogliere il loro messaggio.
Da’ a questo giardino che ti appartiene, da’ al mio pensiero il fertilizzante della tua Parola, il fertilizzante della riflessione. Fa’ che io pensi, Signore! Che pensi con la mia testa, non con quella degli altri! Che pensi e lotti contro i pregiudizi! Che pensi anche contro tutto e contro tutti, perché penso con te, o Signore.
Poi offrite la volontà. E’ il dono più duro, quindi il più bello. Signore, voglio volere solo quello che vuoi tu!
Difendimi da ogni borghesismo, da ogni strumentalizzazione, fammi un uomo libero, libero anche da me stesso.
Signore, voglio interrogarmi oggi su tutto ciò che vuoi da me, venirti dietro passa passo, interrogarti, ascoltarti, sentirti in me, negli altri, nei poveri, nella Chiesa. Sentirti e rispondere!
Maria, tu che sei la donna che ha saputo dire il suo sì a Dio, il sì più importante della storia dell’uomo, dammi la capacità oggi, con la tua intercessione, di fare la volontà di Dio in tutto!
Offrite l’amore! Sì, l’amore, il fiore più bello che Dio vi ha messo in cuore!
Voi fidanzati, voi giovani sposi, offrite il vostro amore a Dio nella Messa perché non sia mai inquinato da nessuna bassezza.
Offrite la vostra amicizia. Offrite la capacità di amare che Dio vi ha messo in cuore dandovi lo Spirito santo.
Offrite la vostra vita a Dio.
Questa preghiera la dovreste dire tutti alla Messa: Signore, la mia vita non mi appartiene più, è tua. Lo deve dire il prete, lo deve dire lo sposo, lo devono dire tutti. Non posso vivere come piace a me, devo vivere come piace a te. Signore, accetto le lotte, le contraddizioni, le frustrazioni che vorrai mandare alla mia volontà per purificarla e renderla nuova e bella.
Ecco, è tutto questo imparare a offrire se stessi!
Ora volete accettare una sfida? Questa: provatevi a ubbidire a questo sapiente consiglio della Chiesa quando andate a Messa, provate però a farlo sul serio, anche una sola volta!
Provate un giorno, più giorni, a offrire sul serio a Cristo nell’Eucaristia, poi sarà impossibile che quel giorno, quella settimana viviate una vita vuota, piatta, banale, senza vita!
(di A. GASPARINO, Maestro insegnaci a pregare. EDC. Pag. 247ss.)

ADDIO A MINO REITANO, MAESTRO DI VITA E DI SPETTACOLO


Pubblichiamo il testo integrale dell’ultima intervista concessa in esclusiva al giornale "Petrus" da Mino Reitano durante la sua straziante malattia. Ci associamo al dolore della famiglia di questo grande cantante e grandissimo uomo, ed eleviamo preghiere al Cielo perché possa godere il suo meritato riposo tra gli Angeli e i Santi.

Maestro, milioni di italiani sono in ansia per Lei: ci dica, come sta vivendo questo terribile periodo della Sua esistenza?
“Con serenità e ottimismo. Sono sempre stato cattolico e un uomo di Fede, non vedo perchè la fiducia in Dio dovrebbe vacillare proprio ora”.

A chi offre le Sue sofferenze?
“A Gesù e alla Madonna. Gesù è l’immagine della bontà, il Figlio di Dio, di Colui che ha creato il Bene, il mondo, la natura. La Madonna è Sua Madre, mia Madre, la mamma della Chiesa, la discepola fedele che mai ha perduto la speranza. E sull’esempio di Maria, neanch’io perdo la speranza di farcela”.

Sappiamo che nell’affrontare la malattia, oltre alla Fede, Le è di grande aiuto la Famiglia.
“E’ verissimo. Uno dei doni più belli che la vita mi ha dato è stato proprio quello della famiglia: una moglie splendida e due figlie che mi sono sempre vicine e non mi lasciano mai. Cos’altro avrei potuto pretendere di più?”.

Reitano, Lei è molto amato dagli italiani, ma tra gli addetti ai lavori non sempre ha ricevuto i riconoscimenti che Le spettavano. Porta dei rancori?
“Perdono tutti. Non voglio lasciare nulla in sospeso con alcuno. Il cristianesimo è saper dimenticare, lasciarsi alle spalle rancori e risentimenti, abbandonarsi liberamente alla misericordia. Senza perdono la nostra fede sarebbe vuota. Io stesso chiedo perdono nel caso abbia danneggiato qualcuno, anche se, mi creda, nel limite delle mie possibilità, ho sempre cercato di aiutare e comprendere tutti. Se non ci sono riuscito, spero davvero vogliano scusarmi”.

Le Sue parole sul perdono fanno emozionare: racchiudono il vero senso del cristianesimo. Ma quando è maturata in Lei la Fede?
“Sono stato un cattolico credente e praticante sin da piccolissimo. Devo tantissimo ad un mio caro amico sacerdote, don Gianni Repaci, che tuttora mi conforta con le sue parole. Lo conosco dai bei tempi, da quando cantavo alle feste parrocchiali nel mio piccolo paese d’origine. Che bella la mia Calabria, la porto nel cuore…”.

In passato è stato protagonista di un evento che ha del prodigioso: Le va di raccontarlo?
“Molto tempo fa, a causa dello stress e dei tanti concerti che avevo tenuto in giro per il mondo, avevo perso la voce. I medici non sapevano spiegarsi scientificamente il caso, perché una vera e propria patologia non emergeva da alcun tipo di accertamento diagnostico. Fu così che, comprensibilmente sconvolto, andai a Sotto il Monte, il paese nativo del Beato Giovanni XXIII. Il fratello di Giovanni XXIII era un mio amico e mi disse di pregare il ‘Papa Buono’ di intercedere presso Dio affinché mi restituisse la voce. Il tempo di fare ritorno in Calabria e stavo di nuovo bene. I medici non seppero dare alcun tipo di spiegazione: fu qualcosa di praticamente istantaneo”.

A proposito di Papi: Lei ha incontrato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
“E’ vero. Si tratta di due uomini fantastici, che porterò sempre nel cuore. Entrambi sono stati gentilissimi con me, sa? Soprattutto Benedetto XVI, che mi disse testualmente: ‘Lei ha gli occhi buoni’. Capirà, mi misi a piangere come un bambino per la commozione e ad un certo punto cercai di inginocchiarmi per baciargli la mano, ma me lo impedì, mi trattenne e mi accarezzò. Che grande umiltà! Che grande umanità! Non dimenticherò mai le sue parole, il suo sguardo di padre, la carezza che mi fece sul viso”.

Maestro, crede negli Angeli?
“Certo. Ma io ho un angelo speciale. Come forse lei saprà, io sono cresciuto praticamente senza conoscere mia madre. Però lei dal cielo ha vegliato su di me. E’ mia madre il mio angelo custode. E poi c’è l’altra madre, la Madonna: pregatela incessantemente, supplicatela, vogliatele bene. Vedrete che anche nei momenti di dolore e difficoltà, proprio come quello che sto vivendo io, non vi sentirete mai soli“.

martedì 27 gennaio 2009

L'IMPERIALISMO DEL MESSIA HOLLIWODYANO


Obama ha rilanciato una politica di «imperialismo culturale». E’ quanto afferma in un’intervista Steve W. Mosher, presidente del Population Research Institute, commentando la decisione del neo-presidente americano di ripristinare i fondi per le organizzazioni che diffondono l’aborto nel mondo. «Ad oggi 130 paesi nel mondo vietano l’aborto o lo ammettono solo in circostanze molto ristrette». Finanziare organizzazioni americane come l’IPPF (International Planned Parenthood Federation) o agenzie come l’Unfpa (il Fondo Onu per la popolazione), è una forma di imperialismo culturale, perché queste organizzazioni «sfidano la sovranità nazionale degli Stati facendo lobby per la legalizzazione dove l’aborto non è ancora ammesso e realizzando quanti più aborti possibili forzando le leggi locali». «Obama – dice ancora Mosher – vuole dunque finanziare con i dollari delle tasse di tutti gli americani, organizzazioni internazionali che volontariamente infrangono le leggi della maggior parte degli stati del mondo».Steve Mosher è stato il primo giornalista nel mondo, all’inizio degli anni ’80, a documentare le atrocità commesse dal regime cinese nell’applicazione della «politica del figlio unico» e un suo dettagliato rapporto sul coinvolgimento diretto dell’Unfpa e dell’Ippf nella pratica degli aborti e delle sterilizzazioni forzate, sempre in Cina, è stato alla base della decisione di George W. Bush di sospendere il finanziamento di queste organizzazioni che Obama ha ora ripristinato.
Dal sito: fattisentire.net

Riportiamo integralmente l’intervista.

domenica 25 gennaio 2009

CHI PUO' DARCI LA PACE?




Dall'Epistolario di Padre Pio




Chi può darci la pace? La pace è la semplicità dello spirito, la serenità della mente, la tranquillità dell’anima, il vincolo dell’amore. La pace è l’ordine, è l’armonia in tutti noi: ella è un continuo godimento che nasce dal testimonio della buona coscienza; è l’allegrezza santa di un cuore in cui regna Dio. (Ep.I, p.607) Chi può donarci la pace? L’autore della pace è soltanto Iddio e il canale per usufruire di questa pace è la Mamma celeste. (9 luglio 1959)


L'IMPORTANZA DELLA PAZIENZA




Dice Gesù:
«Pazienza e ubbidienza sono due grandi virtù. Pazienza porta seco pace, pazienza porta seco amicizia con Dio, rispetto a Dio, carità verso i prossimi, salute spirituale e fisica e benedizioni celesti.
L’impaziente è inquieto. Nell’inquietudine non vi è Dio, il quale si fa sentire solo nella pace del cuore. Anche un cuore addolorato può essere in pace. La pace vi è quando vi è rassegnazione. Ma nel cuore che si irrigidisce al volere eterno e all’urto delle cose comuni vi è sempre sforzo, sofferenza, inquietudine.
Valesse l’irrigidirsi e il puntarsi come muli restii a deviare a favore proprio le cose, anche le più umili cose! Ma no, figli! Quelle umane non si piegano: vi piegano più duramente con rigore di leggi o di superiori, se fate resistenza. Quelle soprannaturali è più facile si modifichino davanti ad un vostro filiale e remissivo piegarsi che non davanti ad un protervo ribellarsi.
L’impaziente diviene irrispettoso a Dio. Facile passare, per lui, a pensieri, atti e parole che mai dovrebbero sorgere da un cuore di figlio e suddito rispetto alla paternità e maestà di Dio. L’impaziente è superbo. Si crede più giusto di Dio e di chi lo dirige, e vuole fare da sé. L’impaziente trascende a sgarbi con il prossimo, facendo il prossimo responsabile del ritardo nell’avere ciò che vuole. L’impaziente lede la sua salute spirituale offendendo la carità verso Dio e verso il prossimo, e lede la salute fisica perché ogni rovello deprime l’organismo L’impaziente chiude con la diga della sua ribelle impazienza i fiumi delle benedizioni celesti.

Maria Valtorta


Da: I Quaderni del 1944 , 11 ottobre, ed. CEV


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OBAMA E L'ABORTO: LA PROTESTA DEI CATTOLICI SU YOUTUBE


Quaranta secondi per raccontare la storia di un feto che va incontro a una vita difficile, ma alla fine diventa il primo presidente nero degli Stati Uniti. Un'organizzazione cattolica ha scelto un messaggio ad effetto per chiedere a Barack Obama di considerare il ''potenziale'' di un feto che viene lasciato vivere: un video diffuso su YouTube che in meno di una settimana è stato visto 460 mila volte e ha già scatenato 1.400 commenti sul popolare sito web.

Ecco il video:

sabato 24 gennaio 2009

PAPA BENEDETTO XVI APRE UN CANALE SU YOU TUBE


Questo canale offre una copertura informativa delle principali attività del Santo Padre Benedetto XVI e degli avvenimenti vaticani più rilevanti. E aggiornato quotidianamente.Le immagini sono prodotte dal Centro Televisivo Vaticano (CTV), i testi sono redatti dalla Radio Vaticana (RV) e dal CTV. Le videonews offrono una presentazione delle posizioni più autorevoli della Chiesa cattolica sulle principali questioni del mondo doggi. I link permettono laccesso ai testi completi ed ufficiali dei documenti citati.

"Affinché la Chiesa continui ad essere presente con il suo messaggio nel grande areopago della comunicazione sociale come lo definiva Giovanni Paolo II e non si trovi estranea agli spazi in cui innumerevoli giovani navigano alla ricerca di risposte e di senso per la loro vita, dovete cercare le vie per diffondere, in forme nuove, voci e immagini di speranza attraverso la rete telematica che avvolge il nostro pianeta con maglie sempre più fitte" dice il Papa nel suo messaggio sui nuovi media

OBAMA: TORNANO I FONDI ALLE LOBBY PRO-ABORTO


Il divieto era stato introdotto da Reagan e revocato da Clinton

Protestano i vescovi Usa e le associazioni pro-life

WASHINGTON - La rivoluzione Obama comincia ad abbattere i primi pilastri dell'era Bush. A poche ore dall'insediamento, il presidente democratico sta per siglare lo sblocco dei fondi federali ai gruppi internazionali che promuovono o effettuano l'aborto. Il provvedimento era stato già preannunciato nel programma di Obama come una delle prime misure ad essere varate. L'attuale legislazione impedisce che il denaro dei contribuenti americani - di solito attraverso il canale dell'Agenzia per lo Sviluppo internazionale - sia utilizzato a vantaggio di organizzazioni di pianificazione familiare che offrano operazioni di interruzione di gravidanza o facciano opera di informazione, consulenza e indirizzamento a strutture che effettuano gli aborti. Conosciuta anche come "Global gag rule" o "Mexico City Policy", è stata introdotta per la prima volta ai tempi della presidenza Reagan (nel corso di una conferenza Onu nella capitale messicana nel 1984) e poi revocata e reintrodotta dalle successive amministrazioni democratiche e repubblicane. Bill Clinton l'aveva revocata nel 1993, ma era tornata come uno dei primi atti di George W. Bush al suo primo ingresso alla Casa Bianca nel 2001. Obama ha scelto di firmare il provvedimento in un'occasione di "basso profilo" - dice l'Associated Press - il giorno dopo il 36esimo anniversario, celebrato ieri, della famosa sentenza Roe v. Wade con cui la Corte Suprema legalizzò l'aborto. Il provvedimento non è una sorpresa, dal momento che sia Obama sia il segretario di Stato Hillary Clinton, che sovraintende agli aiuti internazionali, l'avevano introdotto tra le loro promesse in campagna elettorale. Ma nelle primissime ore della sua presidenza, finora, Barack Obama ha scelto sì di rovesciare le politiche Bush ma sempre su argomenti abbastanza condivisi, come la necessità di chiudere il campo di prigionia di Guantanamo o rendere più trasparenti i documenti pubblici.
Le associazioni antiabortiste si sono scatenate e i vescovi si sono detti "molto preoccupati per il deciso sostegno di Obama al diritto all'aborto". Ai microfoni della Radio Vaticana il vescovo di Orlando, monsignor Thomas Gerard Wenski, ha detto che "i vescovi sono impegnati a convincere la gente a contattare i rappresentanti in Congresso affinché si oppongano a qualsiasi iniziativa legislativa tesa ad ampliare il diritto all'aborto".


(Repubblica.it 23 gennaio 2009)

venerdì 23 gennaio 2009

La beata Anna Katharina Emmerick


Dagli scritti di Anna Katharina Emmerick (1774-1824) beatificata da Giovanni Paolo II nel 2004, conosciuta essenzialmente per il famosissimo film dell’attore regista australiano Mel Gibson “La Passione di Cristo”, la cui sceneggiatura è in buona parte, per gli aspetti non tratti ovviamente dai vangeli canonici, basata sulle visioni attribuite alla monaca agostiniana tedesca.


[......] Dopo un certo tempo la veggente così si espresse: Gli spiriti cattivi si manifestano in tutt’altro modo che gli Angeli: irradiano una luce torbida, come un riflesso, sono pigri, stanchi, sognanti, malinconici, arrabbiati, selvaggi, rigidi e passivi, oppure leggermente mobili e passionali. Ho notato che questi spiriti sprigionano gli stessi colori che avvolgono gli uomini durante le sensazioni dolorose, provenienti da situazioni di sofferenze estreme e travagli dell’anima. Sono gli stessi colori che avvolgono i martiri durante la trasfigurazione della gloria del martirio. Gli spiriti cattivi hanno visi affilati, violenti e penetranti, si insinuano nell’animo umano come fanno gli insetti quando sono attratti da determinati odori, sulle piante o sui corpi. Questi spiriti penetrano dunque negli animi risvegliando negli esseri ogni genere di passione e pensieri materiali. Il loro scopo è di separare l’uomo dall’influsso divino gettandolo nelle tenebre spirituali.
L’uomo viene così preparato ad accogliere il demonio che imprime il sigillo definitivo della separazione da Dio. Vidi anche come le mortificazioni e i digiuni potessero indebolire molto l’influsso di questi spiriti, e come quest’influsso potesse essere decisamente respinto in modo particolare con l’accoglimento dei sacri Sacramenti. [.......]

COME SAPERE SE AMIAMO DAVVERO DIO


" Il più sicuro contrassegno per sapere se uno ha l'amore di Dio, è il vedere se ha quello del prossimo. Questi due amori non vanno mai separati l'un dall'altro. E state pur certo, che quanto più vi vedrete approfittare in quello del prossimo, tanto più anche lo sarete in quello di Dio. Questa è la regola più sicura per vedere quanto uno ama Dio, vedere quanto ama il prossimo. Importa dunque molto, che miriamo con grande avvertenza, come camminiamo in questo santo amore del prossimo nostro: perché se questo è con perfezione, abbiam fatto il tutto. Perciò bisogna esaminarsi bene nelle piccole cose che occorrono senza far gran caso di certe idee grandiose, che così all'ingrosso vengono talvolta nell'orazione di voler fare e dire per lo prossimo, e non mai si mettono in opera. "
( S. Teresa)

mercoledì 21 gennaio 2009

DONNA CRISTIANA: MARIA, L'ESEMPIO PIU BELLO


Ave Maria gentili navigatori,
questi nostri sono tempi molto confusi, in cui risulta difficile per chiunque ricercare la propria identità e guardare nella propria interiorità. La figura della donna è notevolmente mutata negli ultimi anni, non sempre apportando cambiamenti positivi. E' possibile notare del resto, che il ragionamento attorno all'essere della donna, così come il concetto stesso di persona umana, ha subito nel corso dei secoli, alti e bassi, momenti di nascondimento e rivelazione: l'uomo e la donna non possono evitare di porsi domande sul proprio essere, poichè da queste dipendono la felicità e la realizzazione umane. Nel peregrinare del tempo però, il cristiano trova quella continuità di luce, chiarezza e stupore, incarnata nel mistero di Cristo, Dio fattosi Uomo, il quale ha dato al genere umano la rivelazione su Dio e sull'Uomo, svelando di quest'ultimo la grandissima dignità. E a partecipare in maniera specialissima e particolarissima al piano di salvezza e d'amore di Dio, troviamo la più sublime e soave delle creature, e la beata tra la donne, Maria, l'umile fanciulla di Nazareth, la Vergine Santa, la Madre di Dio, la Sposa dello Spirito Santo, Madre della Chiesa e Giglio Immacolato. Tutti coloro che hanno nel cuore Gesù Cristo, non possono che guardare alla Sua Santa Madre con gli occhi colmi di meraviglia e amore, quasi increduli per tanto splendore, secondo solo a quello del Divino Redentore. Una donna non può che tendere all'esempio sublime di Maria, che con la sua obbedienza ha riscattato la colpa di Eva.
L'immagine femminile che ne deriva è quella di una donna umile, modesta, onorevole, nobile nell'animo, pura di cuore, amante di un quieto silenzio colmo di saggezza e felice della sua apparente passività. La passività di Maria infatti splende di luce, dato che in quegli attimi sospesi nell'universo, dalle sue labbra è dipesa la salvezza dell'umanità. La sua umiltà la fa dunque Regina. L'idea di donna che ci viene proposta oggi è esattamente l'opposto di Maria (così come quella dell'uomo è il contrario di Cristo). Difatti la donna vincente (??) secondo la modernità è aggressiva, competitiva, ribelle, superba, perennemente concentrata sul suo aspetto esteriore e chiusa alla vita. La donna di oggi, la cui decadenza è cominciata in verità alcuni secoli fa, appare quindi snaturata nella sua essenza, impegnata a disgregare la propria natura. Del resto tutto ciò è inserito in un più ampio piano di distruzione della famiglia naturale (e in ultima analisi dell'Uomo in quanto tale), di ispirazione Marxista, in cui tutto appare sempre più confuso e sfumato, tanto da arrivare a paragonare il matrimonio tra un uomo e una donna, all'unione di due uomini o due donne.
Per queste e altre ragioni, Donna Cristiana, vuole essere un'Ultima Casa Accogliente (per dirla con Tolkien) sotto la protezione di Maria e delle donne che hanno arricchito nei modi più diversi la santità della Chiesa. Un luogo dove trovare spunti di riflessioni e consigli di vario genere sui talenti femminili e sul senso della donna alla luce dell'amore di Cristo e della saggezza della Sua Chiesa: solo contemplando l'Ordine che orienta e fonda tutte le cose, si può trovare la Bellezza, la Libertà e la Verità.


Medjugorje non è un fenomeno diabolico. Satana non è così stupido da farsi autogol!


Padre Salvatore Perrella, uno dei mariologi più affermati e seri, docente di teologia al Marianum di Roma, esperto in apparizioni, parla di Maria, del demonio e di Medjugorie. Lo fa con la consueta competenza, ma anche con assoluta semplicità. Uno dei pregi del sacerdote, infatti, è quello di farsi comprendere, spiegare concetti difficili in modo semplice e naturale. Padre Perrella, uno dei punti cardine delle conversioni e spesso dell’avvicinamento alla religione, è la sofferenza, l ‘aver passato una disgrazia, un momento di crisi. Come si spiega?: “ tutto risiede nel cosiddetto mistero del male. La teodicea cercava e cerca di giustificare appunto questo concetto: come mai è possibile il dolore, il negativo,perché Dio ,che è bontà infinita, permetta il male. La risposta è questa: Dio non consente il male, ma la sofferenza, il lutto ed anche il dolore sia morale che fisico, le disgrazie possono rappresentare ...
... un invito di Dio, una convocazione a seguirlo. L’uomo prostrato si rifugia in Dio, l’uomo che soffre prega. Dunque molte volte quello che può apparire all’occhio profano un castigo, o un’assenza di Dio, in realtà appartiene ai suoi misteriosi messaggi di convocazione. Bisogna comprendere che il più delle volte, i piani di Dio non collimano con i nostri, che la sua logica non è la nostra logica”.
In tutto questo, Maria che ruolo ha?: “ importantissimo. Non dimenticate il Vangelo di Giovanni, nel quale Gesù dice all’Apostolo, ecco Tua Madre. Maria è nostra Madre, ma anche Colei che ha generato il Figlio di Dio. La sua presenza, lasciando da parte il lato teologico, è anche di grande impatto emotivo per la tenerezza e la fiducia che sa infondere. E’ Madre, infatti nella apparizioni guadalupane ,in Messico, dice: non sono forse presente io che sono tua madre”? .
Insomma è la Tutta Santa: “ indubbiamente. Lei è la via per arrivare a Dio, dopo Dio viene Maria, tutta Santa. La creatura che, appunto dopo Gesù , Satana detesta maggiormente”. Per quale ragione il Demonio odia Maria?: “ per la semplice ragione che ci porta a Dio e che lei è la discepola perfetta. Satana è per contro il modello della divisione, Maria della santità e dell’unità. Satana odia tutto ciò che profuma di santità, ecco perché sarebbe conveniente rinforzare e studiare maggiormente la vita dei santi e approfondire l’agiografia”.
Il discorso sul male ci porta inevitabilmente al Demonio, chi è costui?: “ un essere furbo, subdolo,ma anche molto intelligente ed astuto. Satana sa dove e quando colpire, con assoluta scientificità della sua condotta. Lui è intelligente e superbo, bellissimo e dannato”. Risponde al vero che Satana vorrebbe far credere che non esista?: “ certamente la sua più grande vittoria è passare per inosservato. Vuol farci credere che non esista, ma lui è una persona vera e propria, non certamente un’idea astratta. Negarlo equivarrebbe a revocare in dubbio il Vangelo. Satana è un essere vivente, e Cristo che lo ha sempre combattuto, il primo vero esorcista della storia. L’esorcista per eccellenza”.
A proposito di esorcisti, chi può compiere esorcismi?: “ storia vecchia. Solo i sacerdoti sacramentali e per giunta nominati dal Vescovo. Devono essere sacerdoti dotati di particolari virtù, non tutti i sacerdoti possono effettuare esorcismi,molto meno i laici ai quali è proibito effettuarli”.
Un Vescovo emerito ed anche qualche giornalista ha definito in passato Medjugorje come fenomeno diabolico, lei condivide?: “ assolutamente no. Apprezzo la prudenza della Chiesa in merito e credo che sia giustificata. Ma da qui a definire diabolico un luogo nel quale avvengono tante conversioni ne corre. Io stesso ci sono stato, ho portato due amici napoletani che non credevano e dopo quella visita hanno cambiato rotta. Insomma se avvengono conversioni qualche cosa deve esserci. Se ci si va con spirito di fede e non di semplice curiosità, Medjugorje va apprezzata. Uno dei criteri di valutazione,ma non il solo, sono i frutti dati dall’albero: bene i frutti sono buoni a Medjugorje. Poi ,certamente, possono esserci anche aspetti da valutare meglio e da considerare, ma non reputo il fenomeno negativo e tanto meno diabolico Satana che è furbo, farebbe un autogol, sarebbe autolesionista: egli non vuole avvicinarci a Cristo e invece a Medjugorje si registrano tante conversioni. Se fosse satanico quel luogo, vorrebbe dare del cretino al Demonio e le assicuro che il Diavolo è molto astuto e furbo”.

di Bruno Volpe

martedì 20 gennaio 2009

OBAMA GIURA SULLA BIBBIA MA NON E' CRISTIANO




Oggi Barack Obama giura sulla Bibbia da Presidente degli Stati Uniti d'America.

C'è chi sostiene che Obama sia musulmano. Lui invece dice di essere cristiano protestante, ma lui evita sempre di parlare della sua religione.

Ecco sette specifiche ragioni per cui possiamo dire che Obama non è un cristiano, o quantomeno non è un cristiano coerente con il Vangelo, che sono chiarite da sette specifici filmati.


Ragione 1. Obama crede che vi siano molteplici percorsi per raggiungere il Paradiso.


Ragione 2. Obama nega l’autorità della Bibbia.


Ragione 3. Obama sostiene l’omosessualità.


Ragione 4. Obama sostiene l’aborto.


Ragione 5. Obama recita le preghiere musulmane


Ragione 6. Obama è collegato con la teologia della “Black liberation”


Ragione 7. Obama ritiene che Gesù sia un personaggio storico come tanti, un profeta come tanti, non certo il Figlio di Dio.


Che Dio illumini la mente dell'uomo più potente del mondo!

lunedì 19 gennaio 2009

KAKA: I BELONG TO JESUS...NOT TO MONEY!



Nonostante la megaofferta del Manchester City, quando tutto sembrava già deciso per il passaggio del giocatore brasiliano in Inghilterra (il Milan avrebbe percepito una cifra di almeno 120 milioni di euro, alcune fonti riferiscono addirittura 130, per Kakà c'è un ingaggio annuo di 19 milioni di euro), il giallo Kakà si è chiuso a lieto fine per il Milan e i milanisti: il brasiliano rimane in rossonero.


L'annuncio è stato dato da Silvio Berlusconi in diretta telefonica al "Processo di Biscardi": "Kakà resta con noi, rinuncia ai soldi -ha detto il premier- è un ragazzo straordinario, un vero esempio per chi vive nello sport. Mi ha detto che preferisce il calore della gente, il Milan, l'amicizia dei compagni. Sono felicissimo come i tifosi"."Con questo gesto, Kakà ha dato una lezione a tutti. Penso che debba essere portato a esempio dei giovani per il messaggio che ha dato con questa decisione, che mette altri valori davanti a quelli economici. Così Silvio Berlusconi a "Calciomercato" su Mediaset Premium

Fa molto piacere vedere che ci sono ancora giocatori che hanno dei valori, in un periodo in cui sono tutti schiavi del dio Denaro...

sabato 17 gennaio 2009

IL CASO MEDJUGORJE: NON SPEGNERE LO SPIRITO


Benedetto XVI , come Giovanni Paolo II, difende la fede del popolo cristiano
di Antonio Socci

Oggi a turbare la Chiesa, rischiando di creare scandalo e smarrimento per milioni di fedeli, più di certi atei dichiarati che fanno campagne pubblicitarie sui bus di Genova, sono quelli che – magari con un abito ecclesiastico – fanno la guerra a Dio dall’interno e sotto pretesti “religiosi” propagano un pensiero “non cattolico” (come confidò amaramente Paolo VI a Jean Guitton). Non a caso il cardinale Ratzinger iniziò un memorabile discorso ai biblisti, in un ateneo vaticano, ricordando la figura dell’Anticristo di un racconto di Solovev, il quale Anticristo era “un celebre esegeta” con dottorato in Teologia a Tubinga. Il monito, sia pure garbato, era evidente. D’altra parte, curiosamente, a riesumare una sorta di Inquisizione, in questi anni, non è stato il campo ortodosso, contro chi propala eresie e contesta il Magistero pontificio, ma piuttosto coloro che vorrebbero mettere sotto inquisizione la Madonna stessa che osa manifestarsi senza il loro permesso. A essere vessati da nuove inquisizioni spesso sono coloro che testimoniano una fede viva e fedele al Papa, non gli eretici. Ora suscitano qualche preoccupazione, fra i tanti e fervorosi fedeli della Madonna, certe “anticipazioni” (che non si sa se siano veritiere) del cosiddetto “vademecum” che dovrebbe occuparsi di eventi soprannaturali. Le voci sul suo presunto contenuto sono state riportare da “Panorama”, tre mesi fa, e in questi giorni da un sito internet: si tratterebbe di un “direttorio” contro Medjugorje (meta di milioni di pellegrini e luogo straordinario di conversione) e contro i fatti di Civitavecchia dove, nel febbraio-marzo 1995, una statuetta della Madonna proveniente da Medjugorje, ha pianto lacrime di sangue per 14 volte. A favore dell’autenticità delle apparizioni di Medjugorje e della lacrimazione miracolosa di Civitavecchia ci sono non solo le accurate indagini scientifiche condotte sui veggenti durante le apparizioni e sulla statuetta di Pantano, indagini che escludono categoricamente ogni forma di imbroglio o di autosuggestione. C’è anche l’enorme quantità di conversioni e pure di guarigioni inspiegabili che vi si sono verificate e continuano a verificarsi (le testimonianze sono documentate). C’è la perfetta ortodossia che si respira in questi santuari. E, insieme alla devozione di milioni di semplici cristiani, c’è la devozione convinta di tanti sacerdoti, vescovi e cardinali. Soprattutto quella, acclarata, di Giovanni Paolo II che ha manifestato in modo inequivocabile e più volte, anche per iscritto, la sua convinzione personale sull’autenticità delle apparizioni di Medjugorje e della lacrimazione della Madonnina.
Certamente un “vademecum” per i vescovi oggi può essere utilissimo per trattare i tanti casi di “visionari” da strapazzo e di imbroglioni, ma è da escludere che tale “direttorio” sia mirato contro Medjugorje e Civitavecchia che sono due santuari mariani e hanno ormai una loro storia di devozione del popolo cristiano (che, ricordiamolo, è richiesta nelle canonizzazioni ed presupposta di fatto perfino nelle definizioni dei dogmi) e sono due santuari mariani. Si dice che il “direttorio” prescriva il ricorso pure a “psichiatri atei”. A Medjugorje è già successo. All’inizio, nel 1981, quando il regime comunista si scatenò contro le apparizioni con arresti, vessazioni e violenze, i sei ragazzi furono pure trascinati davanti a psichiatri del regime i quali però dovettero riconoscere la loro perfetta sanità mentale e la loro buonafede. Alla fine alcuni di quei medici addirittura si convertirono, insieme con i poliziotti che dovevano reprimere. A Civitavecchia la Madonnina superò il duro vaglio del vescovo che non credeva e che vide la quattordicesima lacrimazione accadere proprio fra le sue stesse mani, subendo uno choc cardiaco. E ha superato pure il vaglio della commissione ecclesiastica (che ha escluso allucinazione, fenomeno parapsicologico o diabolico) e quello laico più esigente, della scienza (che ha riconosciuto la non spiegabilità scientifica del fenomeno) e della magistratura che – dopo accurate indagini e considerati i tantissimi testimoni delle lacrimazioni (tra essi “il Comandante della polizia municipale, agenti della polizia penitenziaria e della polizia di Stato”), scrive che esse “debbono ricondursi o ad un fatto di suggestione collettiva o ad un fatto soprannaturale”. Sennonché quelle lacrime di sangue, essendo state fotografate e filmate, non possono essere una “suggestione”: sono state addirittura analizzate in laboratorio, al microscopio e definite “sangue umano”. Su Medjugorje il segretario di Stato Bertone, appena fu nominato, esplicitò la posizione di questo pontificato precisando che i pellegrinaggi là, ovviamente non ufficiali, “sono permessi” e consigliò perfino “un accompagnamento pastorale dei fedeli”. Inoltre definì ancora una volta “personali” le dichiarazioni “fortemente critiche” del vescovo di Mostar e indicò come giusta la posizione di attesa dei vescovi della ex Jugoslavia che “lascia la porta aperta a future indagini”. Anche perché il gran numero di apparizioni, tuttora in corso, non è più un ostacolo, dopo che sono state riconosciute, di recente, le apparizioni di Laus dove la Madonna, a partire dal 1647, si manifestò per ben 54 anni e a lungo quotidianamente. Dunque i tanti fedeli di Medjugorje e Civitavecchia possono stare tranquilli. Del resto il Papa dimostra di avere molto a cuore l’unità della Chiesa. Anche di recente lo ha dimostrato nel modo in cui ha risolto paternamente il problema neocatecumenale e nel modo in cui ha teso la mano ai tradizionalisti, con il recupero dell’antica liturgia, chiedendo ai vescovi francesi di accoglierli e di non discriminare nessuno. Da vero padre vuole scongiurare in ogni modo fratture e disorientamento dei fedeli. Infine anche la devozione e la stima verso Giovanni Paolo II lo inducono a difendere Medjugorje e Civitavecchia. Perciò è escluso che il direttorio sia “contro” questi due santuari. E’ anche molto dubbio che il Papa possa varare in generale un “direttorio” così duro e repressivo come quello vagheggiato da certe indiscrezioni, perché proprio Ratzinger fu l’autore del memorabile discorso con il quale il cardinale Frings, arcivescovo di Colonia, nel 1962 convinse la Chiesa a mandare il pensione il vecchio S. Uffizio e certi suoi sistemi “la cui modalità procedurale in molte cose non si accorda ancora con il nostro tempo e per la Chiesa sarà un danno e per molti uno scandalo”. Considerati gli errori dolorosissimi fatti 50 anni fa da ecclesiastici nel trattare casi di santi come padre Pio o eventi come Ghiaie di Bonate, è dubbio che proprio papa Ratzinger permetta di tornare a regole vessatorie che oggi potrebbero essere impugnate perfino dal punto di vista dei diritti umani, oltreché del diritto naturale e del diritto canonico, producendo “un danno per la Chiesa e uno scandalo”. Benedetto XVI non vuole affatto “spegnere lo Spirito” e “disprezzare le profezie” (1Ts. 5, 19-20), come qualche teologo e qualche curiale, ma vuole l’esatto contrario: già da cardinale mise in guardia i cattolici dal diventare “deisti”, cioè coloro che non credono veramente “a un’azione di Dio nel nostro mondo” e perciò s’illudono che “dobbiamo noi creare la redenzione, noi creare il mondo migliore, un mondo nuovo. Se si pensa così il cristianesimo è morto”. “La Chiesa” spiegava Ratzinger “affronta le sfide che le sono proprie grazie allo Spirito Santo che, nei momenti cruciali, apre una porta per intervenire”. Storicamente lo ha fatto con i grandi santi “che erano anche profeti”, ma anzitutto tramite la Madonna: “C’è un’antica tradizione patristica che chiama Maria non sacerdotessa, ma profetessa. Il titolo di profetessa nella tradizione patristica è, per eccellenza, il titolo di Maria… Si potrebbe dire, in un certo senso, che di fatto la linea mariana incarna il carattere profetico della Chiesa”. Dunque la “Regina dei profeti” va ascoltata, non imbavagliata.




Antonio Socci




Da Libero, 16 gennaio 2009

QUANDO L'ANTENNA (RADIO MARIA) BACCHETTA IL DIAVOLO


INTERVISTA Livio Fanzaga è direttore di Radio Maria, importante network spirituale. E combatte Satana ogni giorno. Perché il demonio, dice, è più forte che mai: usa internet, mina la famiglia, va in discoteca…
L’Anticristo esiste: io l’ho incontrato. Parola di padre Livio Fanzaga, direttore e indiscusso mattatore di Radio Maria, il più grande network spirituale del mondo: 55 emittenti presenti in 50 paesi. Una rete capillare, più potente della Radio Vaticana: solo in Italia Radio Maria conta almeno 850 ripetitori.
Bergamasco, 68 anni, religioso dell’ordine degli Scolopi, padre Livio resta folgorato da un pellegrinaggio a Medjugorje. Diventa uno dei più convinti sostenitori delle apparizioni mariane che da 27 anni vengono segnalate in quel santuario e decide di collaborare con Radio Maria, allora una semplice emittente parrocchiale di Arcellasco d’Erba, nel Comasco. Fanzaga viene nominato direttore e, a poco a poco, solo grazie alle offerte e senza pubblicità, conquista un posto di primo piano nel panorama radiofonico cattolico.
Per padre Livio Radio Maria non è una semplice emittente, bensì un’arma contro il demonio. «Oggi è in corso un attacco di Satana all’umanità, talmente grave che potrebbe portare anche alla fine del mondo» sostiene nel suo ultimo libro intervista con Diego Manetti, L’ora di Satana. L’attacco del male al mondo contemporaneo (Piemme), in libreria dal 20 gennaio. Padre Livio fa perciò discutere: lugubre Savonarola o illuminato profeta dei nostri tempi? Panorama ha cercato di scoprirlo intervistandolo.
Perché dice che è arrivata l’ora di Satana?
Soprattutto nei paesi di tradizione cristiana assistiamo a un attacco satanico senza precedenti contro il genere umano: questa volta l’Anticristo non si accontenta di uccidere l’uomo ma punta a distruggere l’intero pianeta.
Insomma, l’Apocalisse le sembra vicina.
Dipende soltanto da noi. Questa non è solo l’ora di Satana, è anche il tempo di Maria. Dall’apparizione della Madonna a Parigi nel 1830 fino a Medjugorje, passando per Lourdes e Fatima, la Vergine cerca di mettere in guardia l’umanità dal diffondersi di ideologie del male che puntano a scristianizzare l’Europa.
C’era l’Anticristo dietro l’attacco alle Torri gemelle?
Certamente sì. Lo ha confermato Maria, Regina della pace di Medjugorje, pochi giorni dopo quella tragedia. «Oggi Satana vuole la guerra e l’odio» ha detto la Vergine ai veggenti il 25 settembre 2001. L’Anticristo ha sganciato una sorta di bomba atomica spirituale: l’odio e l’intolleranza si diffondono, alimentando lo scontro di civiltà. Ma attenzione, perché questa bomba atomica spirituale potrebbe diventare reale, in mano a fanatici e terroristi. Allora sarebbe la fine.
C’è Satana anche dietro vicende come quella di Eluana Englaro?
Il demonio vuol convincere l’uomo che può essere signore della vita, che ha diritto a deciderne l’inizio e la fine a piacimento. Non è così, la vita è un dono di Dio, perciò va difesa dal concepimento fino alla morte naturale.
Nel suo libro si rivolge ai giovani. Nelle discoteche si nasconde l’Anticristo?
Satana è il grande seduttore: inganna i giovani con le false luci e le gioie effimere. «Senza Dio si vive meglio, fa’ ciò che ti piace, la vera vita è questa qui» sussurra il demonio ai giovani che frequentano le discoteche. E li porta così all’autodistruzione: le morti del sabato sera non sono dovute solo all’alcol e alla droga ma anzitutto all’Anticristo che spinge i giovani a sfidare la morte.
Nella sua esperienza di sacerdote si è mai trovato a faccia a faccia con il demonio?
Tutti i giorni devo fare i conti con il diavolo. In particolare oggi l’Anticristo punta a distruggere la famiglia, perché sa che così distruggerà la società.
Ha mai praticato esorcismi?
Ho assistito un esorcista per liberare una persona dal demonio. E a Medjugorje ho visto molti posseduti. Sono scene agghiaccianti. Satana sfida Dio e vuol mostrare così quanto è potente.
Il satanismo si sta diffondendo?
Il demonio punta a costituire la propria chiesa. Perciò lancia il suo messaggio anzitutto fra i giovani. La musica, in particolare quella rock, è uno dei principali veicoli di comunicazione di Satana. Per questo bisogna vigilare: è inaccettabile, per esempio, che Raffaella Carrà canti in prima serata una canzone dedicata a Satana.
Il diavolo si serve anche di internet?
Naturalmente. Satana sa utilizzare internet e tutti i mezzi di comunicazione molto meglio di noi.
E l’Anticristo è persino nella Chiesa?
Sì. Anzitutto si manifesta fra noi cristiani con forme di immoralità e di vita disordinata. Ma a queste oggi si aggiunge un peccato ancora più grave: l’incredulità. La gente perde la fede a poco a poco, senza accorgersene. E la Chiesa, a volte, sembra timorosa di annunciare certe verità, come per esempio che esiste l’Inferno.
Radio Maria è molto legata a Medjugorje, ma il Papa non sembra intenzionato, per ora, a riconoscere le apparizioni.
La Chiesa non può pronunciarsi su apparizioni che ancora continuano. Aspettiamo però di vedere se si avvereranno i dieci segreti rivelati dalla Madonna. Saranno annunciati tre giorni prima che accadano. Il terzo segreto sarà un segno bellissimo che apparirà sulla montagna; il settimo segreto sarà invece un evento tremendo che riguarda il mondo e la Chiesa. Nel frattempo a Medjugorje la Madonna, Regina della pace, ha compiuto già un miracolo: migliaia di conversioni e 2 milioni di pellegrini ogni anno.
Eppure, non si sono potuti evitare i litigi tra i francescani e la diocesi.
Purtroppo questi scontri sono il frutto di una storia secolare. L’Impero ottomano allontanò tutti i sacerdoti e consentì solo ai frati di rimanere. Oggi le cose sono cambiate ma sette parrocchie che devono tornare sotto il controllo del vescovo si rifiutano di farlo. Sono certo che si troverà una soluzione.
Alla radio lei legge e commenta i giornali. Cosa pensa della politica italiana?
L’Italia senza il Vaticano non sarebbe nulla. Tutto il mondo guarda all’Italia perché guarda al Papa. Dal punto di vista internazionale gli Stati Uniti non sono più al centro del mondo. La testa del serpente, il demonio, oggi è in Europa, dove dominano le grandi correnti anticristiane.
Qual è il futuro dell’umanità?
Un futuro di speranza se ci affidiamo alla protezione di Maria e lottiamo per vincere gli inganni di Satana.
IGNAZIO INGRAO

giovedì 15 gennaio 2009

IL PREDICATORE DEL PAPA: I CRISTIANI RISCOPRANO LA BELLEZZA DEL MATRIMONIO


Permalink: http://www.zenit.org/article-16797?l=italian
Predicatore del Papa: i cristiani riscoprano la bellezza del matrimonio
Intervento all'Incontro Mondiale delle Famiglie
CITTA' DEL MESSICO, mercoledì, 14 gennaio 2009 (ZENIT.org).


Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, ha affermato questo mercoledì intervenendo all'Incontro Mondiale delle Famiglie che i cristiani devono riscoprire “l'ideale biblico del matrimonio e della famiglia” per poterlo proporre al mondo di oggi.
Non bisogna solo “difendere” l'idea cristiana di matrimonio e famiglia, ha osservato; l'aspetto più importante è infatti “il compito di riscoprirlo e viverlo in pienezza da parte dei cristiani, in modo da riproporlo al mondo con i fatti, più che con le parole”.
Il sacerdote ha dedicato il suo intervento nella prima giornata del Congresso Teologico-Pastorale del VI Incontro Mondiale delle Famiglie a spiegare come per secoli lo stesso pensiero cristiano abbia lasciato in secondo piano, di fronte alla visione istituzionale, il significato sponsale del matrimonio, presente con forza nella Bibbia.
Alla base delle attuali “inaccettabili proposte del decostruzionismo”, constata, c'è un'“istanza positiva” da accogliere, ed è la revisione della visione del matrimonio come unione e donazione tra i coniugi.
“Ma questa critica va nel senso originario della Bibbia, non contro di essa!”, ha avvertito il cappuccino. “Il Concilio Vaticano II ha recepito questa istanza quando ha riconosciuto come bene ugualmente primario del matrimonio il mutuo amore e aiuto tra i coniugi”.
“Anche le coppie credenti – talvolta esse più delle altre – non riescono a ritrovare quella ricchezza di significato iniziale dell'unione sessuale a causa dell'idea di concupiscenza e di peccato originale per secoli associata a quell'atto”.
Secondo padre Cantalamessa, è dunque necessario riscoprire l'unione sessuale come immagine dell'amore di Dio.
“Due persone che si amano – e quello dell'uomo e la donna nel matrimonio ne è il caso più forte – riproducono qualcosa di ciò che avviene nella Trinità”, ha spiegato. “In questa luce si scopre il senso profondo del messaggio dei profeti circa il matrimonio umano, che cioè esso è simbolo e riflesso di un altro amore, quello di Dio per il suo popolo”.
Ciò presuppone il fatto di “rivelare il vero volto e lo scopo ultimo della creazione dell'uomo maschio e femmina: quello di uscire dal proprio isolamento ed 'egoismo', di aprirsi all'altro e, attraverso la temporanea estasi dell'unione carnale, elevarsi al desiderio dell'amore e della gioia senza fine”.
Il predicatore pontificio ha segnalato in questo senso l'accoglienza “insolitamente positiva” che ha avuto in tutto il mondo l'Enciclica “Deus caritas est”, che insiste su questa visione dell'amore umano come riflesso dell'amore divino.
Un'altra questione, ha aggiunto, è la “pari dignità della donna nel matrimonio. Essa, abbiamo visto, è nel cuore stesso del progetto originario di Dio e del pensiero di Cristo, ma è stata quasi sempre disattesa”.
Non ribattere, ma proporre
Padre Cantalamessa ha spiegato che di fronte alla situazione attuale di “contestazione apparentemente globale del progetto biblico su sessualità, matrimonio e famiglia” è necessario evitare l'errore di “passare tutto il tempo a controbattere le teorie contrarie, finendo per dare loro più importanza di quello che meritano”.
La strategia non è di “scontro con il mondo”, ma di dialogo, perché “la Chiesa è in grado di trarre profitto anche dalle critiche di chi la combatte”, ha affermato.
Un altro errore da evitare è “puntare tutto su leggi dello Stato per difendere i valori cristiani”.
I primi cristiani, abbiamo visto, con i loro costumi cambiarono le leggi dello Stato; non possiamo aspettarci oggi di cambiare i costumi con le leggi dello Stato”, ha ammesso.
Rispetto all'attuale decostruzione della famiglia, o “gender revolution”, il sacerdote ha spiegato che ha una certa analogia con il marxismo e ha ricordato che di fronte a questo la reazione della Chiesa fu “l'antico metodo paolino dell'esaminare tutto e ritenere ciò che è buono”, sviluppando “una propria dottrina sociale”.
“Proprio la scelta del dialogo e dell'autocritica ci dà il diritto di denunciare questi progetti come 'disumani', contrari cioè non solo alla volontà di Dio, ma anche al bene dell'umanità”, ha aggiunto.
“L'unica nostra speranza è che il buon senso della gente, unito al 'desiderio' dell'altro sesso, al bisogno di maternità e di paternità che Dio ha inscritto nella natura umana resistano a questi tentativi di sostituirsi a Dio, dettati più da tardivi sensi di colpa dell'uomo, che da genuino rispetto e amore per la donna”, ha concluso.

mercoledì 14 gennaio 2009

SANTA TERESINA DI LISIEUX


La strada verso la santità: bisogna morire ogni giorno a se stessi

http://www.youtube.com/watch?v=3IuCnDTulZ0&feature=related
Atto d'offerta all'Amore misericordioso di Dio
J. M. J. T.
Offerta di me stessa come vittima d'olocaustoall'Amore misericordioso del buon Dio.

Mio Dio! Trinità beata, desidero amarvi e farvi amare, lavorare per la glorificazione della santa Chiesa, salvando le anime che sono sulla terra e liberando quelle che sono nel purgatorio. Desidero compiere perfettamente la vostra volontà e arrivare al grado di gloria che m'avete preparato nel vostro regno. In una parola, desidero essere santa, ma sento la mia impotenza e vi domando, o mio Dio, di essere voi stesso la mia santità.
Poiché mi avete amata fino a darmi il vostro unico Figlio perché fosse il mio salvatore e il mio sposo, i tesori dei suoi meriti appartengono a me ed io ve li offro con gioia, supplicandovi di non guardare a me se non attraverso il volto di Gesù e nel suo cuore bruciante d'amore.
Vi offro inoltre tutti i meriti dei Santi (che sono in cielo e sulla terra), i loro atti d'amore e quelli dei santi Angeli; vi offro infine, o beata Trinità, l'amore e i meriti della santa Vergine, mia madre diletta. A lei abbandono la mia offerta e la prego di presentarvela. Il suo Figlio divino, mio sposo diletto, nei giorni della sua vita mortale, ci ha detto: «Tutto ciò che domanderete al Padre in nome mio, ve lo darà!».
Sono dunque certa che esaudirete i miei desideri; lo so, mio Dio, più volete dare, più fate desiderare. Sento nel mio cuore desideri immensi e vi chiedo con tanta fiducia di venire a prendere possesso della mia anima. Ah! non posso ricevere la santa comunione così spesso come vorrei, ma, Signore, non siete l'onnipotente?... Restate in me come nel tabernacolo, non allontanatevi mai dalla vostra piccola ostia...
Vorrei consolarvi dell'ingratitudine dei cattivi e vi supplico di togliermi la libertà di dispiacervi. Se qualche volta cado per mia debolezza, il vostro sguardo divino purifichi subito la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni, come il fuoco che trasforma ogni cosa in se stesso...
Vi ringrazio, o mio Dio, di tutte le grazie che m'avete accordate, in particolare di avermi fatta passare attraverso il crogiolo della sofferenza. Sarò felice di vedervi comparire, nel giorno finale, con lo scettro della croce. Poiché vi siete degnato di darmi come eredità questa croce tanto preziosa, spero di rassomigliare a voi nel cielo e di veder brillare sul mio corpo glorificato le sacre stimmate della vostra passione.
Dopo l'esilio della terra, spero di venire a godervi nella patria, ma non voglio ammassare dei meriti per il cielo, voglio lavorare solo per vostro amore, con l'unico scopo di farvi piacere, di consolare il vostro Sacro Cuore e di salvare anime che vi ameranno eternamente.
Alla sera di questa vita, comparirò davanti a voi a mani vuote, perché non vi chiedo, Signore, di contare le mie opere. Tutte le nostre giustizie hanno macchie ai vostri occhi (Is 64,6). Voglio perciò
Ai vostri occhi il tempo è nulla. Un giorno solo è come mille anni (Sal 89,4) e perciò potete prepararmi in un istante a comparire davanti a voi...
Per vivere in un atto di perfetto amore, mi offro come vittima d'olocausto ai vostro amore misericordioso, supplicandovi di consumarmi senza posa, lasciando traboccare nella mia anima i flutti d'infinita tenerezza che sono racchiusi in voi, e così possa diventare martire del vostro amore, o mio Dio!...
Che questo martirio, dopo avermi preparata a comparire davanti a voi, mi faccia infine morire e la mia anima si slanci senza alcuna sosta verso l'eterno abbraccio del vostro amore misericordioso...
Voglio, o mio Diletto, ad ogni battito del cuore rinnovarvi questa offerta un numero infinito di volte, fino a che, svanite le ombre, possa ridirvi il mio amore in un faccia a faccia eterno! ...
Maria Francesca Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo
Gesù!

rel. carm. ind.
Festa delta Santissima Trinità,il 9 giugno dell'anno di grazia 1895

martedì 13 gennaio 2009

GLI ISRAELIANI "GIOCANO" ALLA GUERRA




Ecco il nuovo stile che Israele sta utilizzando per combattere questa guerra...

Tratto da Ha'aretz (giornale israeliano):
La Israel Defense Forces ha trovato un nuovo modo per colpire i terroristi della Striscia di Gaza [Ndr. i resistenti della criminale occupazione israeliana] lontani diversi chilometri, con la sola pressione di tre pulsanti.
Potrebbe sembrare come un videogioco, ma è in realtà un nuovo sistema chiamato "The Seer Shoots", che è entrato in attività nei giorni recenti nel confine con la Striscia di Gaza.
Molte di queste cabine sono recentemente state installate lungo il confine che divide Gaza e Israele. Ma non ci troverete dentro lo sparatore, che è invece in un campo di battaglia virtuale, che controlla questa mitragliatrice pesante da diversi chilometri di distanza.
Insomma, per loro uccidere centinaia di uomini (veri) è un po' come giocare alla Playstation....
un po' come sparare su delle formiche indifese...

Questo video tratto da Ha'aretz mostra come alcune soldatesse israeliane in azione mentre usano le ultime armi israeliane contro gli abitanti di Gaza - "The Seer Shoots" [Ndr. "Gli spari dell'osservatore"]
Preghiamo affinchè qualcuno fermi questa guerra assurda e inutile, come tutte le guerre

LE SOSTANZE CHIMICHE (FTALATI) E LA SCOMPARSA "PIANIFICATA" DEI MASCHI

Maschi di tutto il mondo attenzione. [.......]Una ricerca della ong britannica Chemtrust, che ha rielaborato i dati provenienti da ben 250 studi realizzati nelle più importanti università del pianeta, mostra come, a causa dell’aumento esponenziale dell’inquinamento generato da uso e abuso di sostanze chimiche, i maschi di moltissime specie animali stanno vedendo ridotta la loro fertilità e rimpiccioliti i propri organi sessuali. Il che in alcune situazioni addirittura può generare casi di ermafroditismo, ovvero la presenza di organi sessuali tipici di entrambi i sessi. Quello che insomma starebbe accadendo in tutto il pianeta è un vasto fenomeno di “femminilizzazione” di numerosi vertebrati. [......] Nelle zone più sfruttate dal punto di vista agricolo e, dunque, riempite di pesticidi, diventano ermafrodite nel 40% dei casi. Noi umani non abbiamo di che sorridere. I figli di madri esposte a sostanze chimiche come gli ftalati risultano avere peni e testicoli più piccoli. Per non parlare poi delle comunità più inquinate, tra cui campeggia l’Italia, dove negli ultimi anni si sono generate più femmine che maschi. Perfino la produzione di sperma è crollata in 50 anni in venti Paesi da 150 milioni di millilitri a 60.

Ecco i reportage (ovviamente tenuti nascosti al grande pubblico dalla televisione e dai giornali) che parlano di questo "strano" e diabolico fenomeno:
http://antifeminist.altervista.org/risorse/14_11_08_scomparsa_maschi.htm

lunedì 12 gennaio 2009

Le Battaglie del Signore: come si vincono


Non ti affannare per quello che puoi fare, per quello che puoi scrivere; prega silenziosamente, con fiducia umile, con umiltà fiduciosa. La preghiera porta nel combattimento il piano di guerra del generale, vi porta il rifornimento del cielo. Tu preghi e le grazie piovono, e gli angeli si attivano. La preghiera è come il bombardamento fatto dall'alto: prima di fare l'avanzata contro il male, monta in aeroplano, sali in alto nel cielo, e di là farai cadere le bombe che sconvolgono il piano di satana.
Prega con fiducia in Dio, con sicurezza: <Signore, fate finire questo male, ve ne supplico, per la vostra gloria>.
Questa frase, così semplice, salendo nel cielo diventa una nube, si carica di elettricità celeste, si curva verso la terra, vi scocca un fulmine, brucia i depositi di polvere, fa saltare le artiglierie, dissoda la terra e poi si apre in pioggia salutare.
Agisci, parla, lavora, ma subordinatamente alle altre armi. Se non si spazza il terreno, la fanteria non può procedere all'azione. Non ti affannare nel parlare, ma guarda Dio che ti dà la parola viva. Una parola del cielo vale mille discorsi un colpo di 305 vale mille colpi di fucili.
Dio va per le vie diverse delle tue. Tu parla, lavora, opera, facendo del tuo meglio per non tentare Dio, per dargli il tuo soccorso. Riposa però in Lui. Se vorresti parlare e non puoi, affida a Lui la parola taciuta. Egli la dirà nel cuore.
Se ti esce la parola arida, affidala a Lui, perché la fecondi. Se parli con fervore di vita, loda Dio che ti riempie. In generale quando rimani scontenta ed umiliata, fai più frutto, perché allora passa più Dio. Agisci con semplicità, senza turbarti mai. Se devi tacere, combatti con le altre armi. Non ti scoraggiare mai, perché, se ti scoraggi cerchi te stessa. Se vuoi riuscire, ama di non riuscire quanto vorresti tu, ma aspetta con calma i momenti di Dio.
Ci vuole pazienza, pertinacia e calma. Fa' come la formica: le rovini il lavoro, il foro che essa aveva fatto? Essa lo rifà con la stessa calma. Fa' come il ragno: tu gli rovini la tela? Egli la rifà nella notte, e si fa un rifugio nell'angolo del muro. Tu la rovini ancora? Il Egli va in altro posto fino a che non gli riesca di tendere il laccio alla mosca.
Tu cerchi un'anima? Fa' una rete per attrarla. Questa rete devi farla non già di fili di cotone, ma sviscerandoti; devi farla con le tue pene, con le tue preghiere, con i tuoi sospiri. Se un difetto, un'insidia, un male te la distruggono, rifalla tante volte con la stessa calma. Verrà il giorno nel quale prenderai l'anima, e allora con l'apostolato esterno le suggerirai non già la morte, come fa il regno alla mosca, ma la vita; la farai risorgere.
Abbi sempre pace, riposa in Dio, vivi di Dio, non guardare tanto agli uomini, ai mezzi umani: <>. difficile il caso? Volgiti a Dio: <>. Ci sono ostacoli?: <> Hai uno scappellotto e sei messa da parte? Sei riposta sotto il letto, ? Segui il Signore anche in questo... Di sotto il letto puoi assalire meglio, puoi dare un pizzico magnifico a chi non avresti potuto assalire di fronte.
Don Dolindo
http://www.dolindo.org/battaglie.html

sabato 10 gennaio 2009

INTERVISTA CON MELID, DEMONE IMPURO

Un sacerdote intervista un demone durante uno dei suoi esorcismi

OLDINO MALTES
Don Giuseppe Tomaselli
Sua Eminenza, il Cardinale CORRADO URSI, Arcivescovo di Napoli ha dato il suo giudizio sul presente libretto: E’ uno scritto che non contiene errori. E’ interessante. Si diffonda che farà tanto bene.
Napoli, 24 – 5- 84
Ecco uno stralcio:
.............
- Melid, fammi conoscere la tattica che hai per il cambiamento di coscienza e di carattere in seno alle famiglie. Ragazzi e ragazze, prima buoni, ubbidienti, studiosi, frequenti alle sacre funzioni e facili a comunicarsi, appena chiuso il periodo dell’infanzia molti di costoro, man mano che crescono, lasciano i Sacramenti, disprezzano la preghiera e sentono antipatia ed anche odio per tutto ciò che riguarda la religione.
- E tu, Pretaccio, non sei capace di comprendere il motivo dei cambiamenti? Quando si è nel periodo d’infanzia, d’ordinario le passioni non si fanno sentire o sono molto deboli. Passata l’infanzia, comincia la pubertà con il relativo risveglio della concupiscenza. Per uscire vittoriosi da questo periodo occorre la grazia di Dio, che viene con la preghiera, con la vigilanza e la buona volontà. Non tutti si appigliano a questi mezzi, perché intervengo io e brigo per far gustare la droga che si diffonde oggi nel mondo, provata una o poche volte non si può più tralasciare e , si direbbe, che diventi un bisogno impellente, così e peggio ancora avviene quando si è assaggiata la droga dell’immoralità. Si cade, si ricade e si diventa abulici. Se poi sopraggiungono altri coefficienti, può arrivarsi alla schizzofrenia, che la medicina non può riuscire a curare. Quanti, specialmente del sesso maschile, giungono alla pazzia e devono interrompere lo studio o il lavoro, perché dominati dalla mania dell’impurità. Non sempre la schizzofrenia è causata dall’abuso delle passioni, ma una delle cause più importanti è proprio questa. Naturalmente chi è dominato dalla mania del sesso, giunge a rivoltarsi a Dio, il quale prescrive il freno delle passioni.
- Melid, tempo fa ti chiesi: - Cosa mi dici riguardo alla gioventù maschile? – Tu, festosamente mi rispondesti. Eh, i giovani di oggi vanno in cerca di scrofe! E della gioventù femminile? – Esultando dicesti : Eh, le giovani fanno peggio dei giovanotti.La gioventù moderna in gran parte è bruciata dall’impurità. E delle famiglie cosa hai da dire? Il matrimonio è un Sacramento e perciò la convivenza dell’uomo con la donna, quando è secondo la legge di Dio, è apportatrice di bene.
- Nelle famiglie intervengo anche io in mille modi e tu, Pretaccio, ne sei a conoscenza. Quante miserie morali ci sono prima del matrimonio! In questo cooperano spesso i genitori, i quali lasciano i figli e le figlie nel fidanzamento con poca o nessuna vigilanza, specie nelle ore della sera, andando in giro in macchina o a piedi. Io colgo il momento opportuno per tentarli e farli cadere. A loro interessa che il giorno delle nozze la donna abbia l’abito bianco. Sfrutto la debolezza e l’ignoranza di tanti genitori, che lasciano alle figlie massima libertà di uscire di casa e di rincasare quando vogliono. Il numero delle ragazze-madri aumenta sempre più, perché a questo riguardo svolgo bene il mio compito di tentatore.

- A proposito di anime buone, vittoriose nelle tentazioni, dimmi quali cose odi e temi di più?
- Due cose: la prima è la preghiera e la seconda è la fuga dalle cattive occasioni.- E perché temi la preghiera?- Essa è il primo passo verso Dio, attira le sue grazie e mi riesce difficile attirare a me chi prega molto e con fede e perseveranza. Tutti coloro che ora stanno all’inferno non pregavano, o pregavano poco e piuttosto male. Odio specialmente la preghiera rivolta a quella Donna, il cui nome noi demoni non nominiamo mai. La seconda cosa che odio è la fuga dalle occasioni cattive. I miei schiava motivo dell’impurità non solo non fuggono le male occasioni, ma ne vanno a caccia, cercandole avidamente.

Per l'intervista completa:
http://christuscastitas.altervista.org/intervista_melid.htm