lunedì 4 maggio 2009

LA VERA GIOIA E' FRUTTO DELLA CONVERSIONE


“Fratelli, rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi” (Fil 4,4).
“Fratelli, state sempre lieti… questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1Tess 5,16-18).
Diceva S. Bernardo che “chi crede nel regno di Dio è un eterno inquieto”. Nonostante l’inquietudine che caratterizza il suo cammino, il cristiano è chiamato alla gioia. Eppure la tristezza rode l’animo di molti seguaci di Cristo. Da cosa dipende questa situazione di infelicità? Dalla mancanza di amore! “Non l’amore sentimento, ma l’amore donazione. Esso è sempre possibile, perciò è sempre possibile il frutto che ne matura: la gioia” (da “Luci di verità” di Francesca Bella).
La gioia non riguarda, infatti, solo gli atteggiamenti esteriori, che sovente sono falsi e costruiti; ma anche, e soprattutto, l’anima. Sì, perché la gioia è il risultato della conversione.
Le folle, così, interrogavano Giovanni il Battista: “Che cosa dobbiamo fare? Rispondeva: Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto (…). Non esigete nulla più di quanto vi è stato fissato (…). Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe” (Lc 3,10-14).
“Che cosa dobbiamo fare?”. Senza questa domanda non c’è conversione! E la risposta è un nuovo richiamo alla giustizia e alla carità.
La conversione e la gioia dipendono dai fatti, dai segni concreti, dalla carità. Quasi paradossalmente la gioia è il risultato di quell’angoscia richiesta al Signore da R. Follereau: “Signore, dacci l’angoscia della miseria del mondo. Signore, facci sentire la sofferenza degli altri. Signore, non permettere che accettiamo di essere felici da soli”.
Sino a quando la nostra vita sarà segnata dall’avidità, dall’egoismo, dalla speculazione, nel nostro cuore non ci sarà posto per la giustizia e la carità, non ci sarà posto per Gesù povero, non ci sarà posto per la gioia.

http://semprelieti.blogspot.com/2008/06/la-gioia-frutto-della-conversione.html

2 commenti:

Alessandra ha detto...

Colui che è libero da sé stesso, anche se sente la sofferenza quando si sacrifica per amore, è veramente felice, perché gusta la vera pace della propria anima!

Saulo ha detto...

GRAZIE per la tua bella riflessione!