mercoledì 1 aprile 2009

2 aprile: 4 anni dalla morte di Papa Giovanni Paolo II


Giovanni Paolo II, un vero ed autentico mistico, metteva la preghiera prima di ogni cosa. Sembrava assente e invece parlava con Dio. I fedeli che venivano a Roma, in lui, vedevano l’immagine del Cristo


Siamo ormai protesi verso il due di aprile, data del quarto anniversario della morte e del ritorno alla Casa del Padre del Servo di Dio Giovanni Paolo II. Pontifex ha scelto di dedicare al defunto e grande Papa polacco, lo spazio che merita,avendo segnato con il suo lungo e fecondo pontificato, una tappa importante nel cammino della Chiesa. Dio Giovanni Paolo II e in particolare del suo rapporto con la preghiera,abbiamo parlato con il Monsignore polacco, nativo di Lods, Konrad Krajewski, Cerimoniere Pontificio delle Celebrazioni del Sommo Pontefice, uno che Giovanni Paolo lo ha conosciuto personalmente e che ne può descrivere con cognizione di causa il suo stretto legame con la spiritualità. Monsignor Krajewski, lei è stato uno dei cerimonieri di Giovanni Paolo II ed oggi lavora altrettanto egregiamente con Papa Benedetto XVI. Che relazione aveva Giovanni Paolo II con la preghiera e la Santa Messa?: “ splendido, ...

... intenso, direi mistico, ecco mistico credo che sia la parola esatta”. Precisa, scandendo le parole: “ era un vero ed autentico mistico”. In che senso? : “ i miei ricordi vanno ovviamente alle cerimonie liturgiche e le devo dire che si comportava da perfetto, profondo uomo di preghiera, quasi si assentava, e non comunicava più con nessuno, parlava con Dio”. Che cosa faceva, esattamente?: “ arrivava in Sacrestia, prima della celebrazione della Santa Messa, per indossare i paramenti liturgici, ma voleva raccogliersi ed isolarsi in preghiera e in ginocchio venti minuti e non permetteva a nessuno di avvicinarglisi o di parlare. Praticamente si assentava, aveva un profonda e forte relazione con Dio”. Che cosa è accaduto, quando per le note ragioni di salute, non è stato più in grado di inginocchiarsi?: “ ma, guardi che il suo stile non è cambiato affatto. Ugualmente voleva essere presente in Sacrestia venti minuti prima dell’inizio della celebrazione, seduto in una poltrona e si abbandonava in una profonda, commovente e struggente preghiera”.

Che idea vi dava questo suo “ isolarsi” in orazione?: “ come le ho detto, non permetteva mai a nessuno di interrompere la meditazione. Poi la sensazione era che si assentasse, si abbandonasse totalmente a Dio, che niente lo interessasse prima della Messa. Era un dialogo silenzioso,ma altrettanto profondo con Dio che mi ricorda esattamente quello dei grandi mistici della storia della Chiesa”. Dunque parlava con Dio: “ certo, aveva un dialogo interiore spirituale e forte con Dio, non poteva mai farne a meno”. Che cosa accadeva quando terminava la celebrazione liturgica?: “ dopo la processione ed i saluti rituali, tornava in sacrestia. Si toglieva i paramenti o lo aiutavamo. Spesso, ma era quasi la regola, rimaneva in meditazione e preghiera per altri buoni venti minuti, finita la messa, anche dopo pregava”.

Come spiegava questo fermarsi in orazione dopo la celebrazione della messa?: “ lo riteneva un doveroso ringraziamento al Signore per aver potuto celebrare il dono del sacrificio di Cristo. Dunque lui si intratteneva quasi in estasi prima e dopo la celebrazione dell’Eucarestia. Come un vero mistico”. Che cosa cercavano le masse dei pellegrini che lo visitavano a Roma durante i loro viaggi?:” semplice e difficile allo stesso tempo. Sono certo che quei pellegrini ,che spesso sfidavano o il freddo o il caldo e viaggi stressanti ed anche costosi, cercavano in lui il volto di Cristo. In lui trovavano l’ immagine del Cristo e nell’ultimo periodo di vita, del Cristo sofferente”

Le folle che hanno accompagnato i suoi funerali e le code che ancor oggi si formano presso le Grotte Vaticane per pregare davanti alla sua tomba che cosa vogliono testimoniare?: “ intanto lui fu l’uomo del dialogo e della testimonianza. Poi, riagganciandomi a quanto le ho detto precedentemente, egli con il suo Magistero, rappresentò davvero la Universalità della Chiesa. In lui la gente riconosceva apertamente la predicazione e la concreta attuazione del Vangelo. Tutta la sua vita fu un inno di gloria a Dio, alla Chiesa e al Vangelo. Lo ripeto, fu un autentico mistico, innamorato di Dio e della Chiesa. La sua non era una preghiera, bensì una estasi infervorata”.

Bruno Volpe
(dal sito pontifex.roma.it)


SANTO PADRE, CI PROTEGGA DALL'ALTO E PREGHI PER LA SALVEZZA DI TUTTI NOI!

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