domenica 29 marzo 2009

CHI NON CREDE IN DIO, CREDE A TUTTO!


E' famosa la battuta di Chesterton: "Chi non crede in Dio non è che non crede in nulla, crede a tutto."
Il medesimo concetto si trova espresso con altre parole in uno scritto del cardinale Biffi: "Il problema dei cristiani oggi non è tanto la difesa della fede quanto la difesa della ragione". Il nesso fede - ragione (Fides et ratio si intitola una fondamentale enciclica) è sviluppato dal medesimo cardinale in una omelia tenuta nella Basilica di San Petronio (BO), l'8 dicembre 2004.
Ne copio un brano assai acuto, nello stile ironico e corrosivo tipico dell'autore:

La conseguenza più immediata e grave del rifiuto di Dio è la perdita della ragione. Così sta scritto: "poichè non gli hanno dato gloria nè gli hanno reso grazie come a Dio, hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa" (Rm 1,21).
La scena è sotto gli occhi di tutti: quelli che hanno lasciato illanguidire la fede faticano poi spesso a ragionare; tanto che oggi non sono più in grado di cogliere le distinzioni più elementari tra il vero e il falso, tra il bene e il male, tra ciò che è umano e ciò che disumano. E non affidandosi più al Vangelo di salvezza, si sono messi irragionevolmente a credere a tutto: ai maghi, agli oroscopi, agli extraterrestri, alle multiformi tabelle dietetiche, ai titoli dei giornali, alle sette farneticanti, agli slogan pubblicitari, agli opinionisti etici e religiosi più spericolati e fantasiosi. Siamo diventati un popolo di creduloni; ed è naturale: chi non crede al Dio vivo e vero è condannato a credere a tutto il resto contro ogni buon senso.

"Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti" (Rm 1,22): così San Paolo riassume questa specie di catastrofe intellettuale.
[...]
E, conclude implacabilmente San Paolo, che parrebbe riferirsi proprio al nostro tempo: "non solo continuano a fare queste cose, ma arrivano anche ad approvare chi le fa" (Rm 1,31); che è l'aberrazione più pericolosa, perchè è il peccato contro la luce.

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