giovedì 30 aprile 2009

ERO MALATO E MI AVETE VISITATO




1. Introduzione: «Io ero malato e mi avete visitato» (Mt 25,36)
Gesù, attraverso la guarigione e la consolazione dello Spirito, manifesta una particolare sensibilità per chi vive la malattia. Chiede a noi di fare altrettanto, sottolineando come egli si identifichi con chi è infermo: «Io ero malato e mi avete visitato». L’azione del visitare, nella Bibbia, è applicata anzitutto a Dio che “visita” il suo popolo (Lc 1,68). La sua non è una visita frettolosa o saltuaria, ma durevole e benevola, che partecipa alle vicende della nostra vita per portare conforto e guarigione.
A noi chiede di “visitare i malati” in questa medesima prospettiva: «Quando entrerete in una città curate i malati che vi si trovano e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio» (Lc 10,8-9). Ci è dunque chiesto di “visitarli” con il cuore di Cristo, con l’amore con cui Dio li ama, così riveleremo loro la presenza del Dio Salvatore. La vocazione cristiana può dunque trovare nella visita ai malati una delle sue più tipiche espressioni.
O Dio, noi ti ringraziamo perché hai mandato il tuo Figlio a condividere la nostra natura umana.
Egli ha preso su di sé la povertà e la debolezza di tutti gli uomini, rivelando il valore misterioso della sofferenza.

2. Ascolto della parola: «Abbi cura di lui» (Lc 10,35)
La fragilità - e con essa la malattia - fa parte del nostro vivere umano. Nessuno ne è esentato; nessuno può sottrarvisi. Come affrontare la malattia? con che spirito? come porci accanto a chi soffre? Gesù ha una sua precisa risposta che spinge su due linee: rendersi presenti per guarire/alleviare; rendersi presenti per condividere. Così egli ha fatto: «Gli portavano gli indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le
nostre malattie» (Mt 8,16-17). E a noi chiede: «Guarite gli infermi, sanate i lebbrosi...: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).
Siamo dunque invitati a intervenire con l’affetto e con le opere, come il Samaritano ebbe cura di quell’uomo che trovò mezzo morto sulla strada.

LA PREGHIERA SALVERÀ IL MALATO - Per noi cristiani, la visita ai malati ha anche lo
scopo di portare la consolazione dello Spirito, diventando presso di loro strumenti della presenza di Dio. L’apostolo Giacomo ce lo ricorda. Se non portiamo la presenza di Dio, la sola presenza umana è insufficiente a dare serenità e fiducia.

GIACOMO 5
13 Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi. 14 Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. 15 E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. 16 Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. 17 Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. 18 Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto.

RIFLETTI ... “Dio non è venuto a sopprimere la sofferenza, e neppure a spiegarla. È venuto per colmarla con la sua Presenza” (P. Claudel).
È questa presenza di Gesù che noi possiamo realizzare per i nostri fratelli ammalati, presso i nostri fratelli ammalati. Chi soffre a motivo di una malattia è poverissimo, perché manca del più grande dei beni: la salute fisica. Ha quindi bisogno del nostro tempo, delle nostre gambe, della nostra voce, della nostra comprensione, della nostra compagnia, della capacità di stare ad ascoltarlo, di una
relazione di vicinanza fedele, discreta, disponibile.
Tutto questo come singoli, ma anche come comunità cristiana, rivolgendo la nostra attenzione anche a chi assiste, spesso con impegno oltremodo gravoso, un familiare ammalato.
Occorre maggiormente coinvolgerci tutti, perché insieme sentiamo la responsabilità e la gioia di essere comunità che opera accanto ai propri malati con gratuità e disinteresse. È importante sostenere e sviluppare forme di volontariato sul territorio e nell’ambito degli ospedali, per un servizio anche organizzato all’ammalato, ispirato dalla gratuità e dalla fede. Così la comunità cristiana esprime una delle sue precipue responsabilità.
Accanto al malato non possiamo che ritornare al Vangelo, attraverso la premura e la tenerezza,incarnando quella misericordia con cui Dio riempie ciascuno di noi.

3. Intercessione: «Le mie lacrime nell’otre tuo raccogli, Signore» (sal 56,9) La realtà della sofferenza ha bisogno di vivere a contatto con la fede. Preghiamo perché chi sperimenta la malattia riesca, nonostante insicurezze e timori, a percorrere questa strada con Gesù.

Ripetiamo: ASCOLTA I TUOI FIGLI, SIGNORE
Crediamo alla tua presenza nella nostra vita e nel cuore del mondo...
Dio di speranza, risollevaci nelle prove...
Dio di salvezza, confortaci nella malattia...
Dio di fortezza, sostienici quando subiamo ingiustizie...
Dio di pace, liberaci col tuo perdono quando pecchiamo...
Dio d’amore, rialzaci quando cadiamo...
Dio più forte del dolore e della morte...
Dio di sapienza, fa’ che amiamo i fratelli come tu li ami...
Apri il nostro cuore alla sofferenza dell’uomo e del creato...
Fa’ che ascoltiamo il grido di tanti fratelli sofferenti...
Insegnaci a ispirarci ai tuoi comandamenti...
Metti una concreta dedizione nel cuore di medici e infermieri...
Sii per noi libertà e pace, novità di vita e vincolo di unità...
... (altre intenzioni)
*** Concludi con il Padre nostro.
*** Durante il mese dedicato ai malati porta con intensità i malati nella tua preghiera e cerca di visitarli ogni volta che ti è possibile.

Nessun commento: