giovedì 23 aprile 2009

CHIARA LUCE BADANO: SE LO VUOI TU GESU', LO VOGLIO ANCH'IO!







A Sassello, ridente paese dell'appennino ligure appartenente alla diocesi di Acqui, il 29 ottobre 1971 nasce Chiara Badano, dopo che i suoi genitori l'hanno attesa per ben 11 anni. Il suo arrivo viene ritenuto una grazia della Madonna delle Rocche, alla quale il papà è ricorso in preghiera umile e fiduciosa.

Chiara di nome e di fatto, con occhi limpidi e grandi, dal sorriso dolce e comunicativo, intelligente e volitiva, vivace, allegra e sportiva, partecipa alla vita della parrocchia ed ha tanti amici.

E' sana, ama la natura ed il gioco, ma si distingue fin da piccola per il suo amore a Gesù e alla Madonna; ha una particolare attrattiva per gli “ultimi” che copre di attenzioni e di servizi, rinunciando spesso a momenti di svago. Sogna di partire per l’Africa e fin dall’ asilo versa i suoi risparmi in una piccola scatola per i “suoi” negretti.

E’ una ragazza normale, con un qualcosa in più: ama appassionatamente Gesù e nel suo amore coinvolge i genitori e chi l’avvicina. Unica differenza dagli altri ragazzi: è docile alla grazia e al disegno di Dio su di lei, che le si svelerà a poco a poco.Dai suoi quaderni traspare la gioia e lo stupore nello scoprire la vita: è felice. A 9 anni entra nel Movimento GEN e da allora, in modo particolare, la sua vita è tutta in ascesa, una ricerca di “mettere Dio al primo posto”.

Prosegue gli studi fino al Liceo classico, quando a 17 anni, all’improvviso, un lancinante spasimo alla spalla sinistra svela tra dolorosi esami ed inutili interventi un osteosarcoma, dando inizio ad un calvario che durerà circa tre anni.

Chiara non piange, non si ribella: subito rimane assorta in silenzio, ma dopo soli 25minuti dalle sue labbra esce il sì alla volontà di Dio, nell’amore al suo “Gesù abbandonato”. Non perderà mai il suo luminoso sorriso e, mano nella mano con i genitori affronta cure dolorosissime e trascina nello stesso Amore chi l’avvicina.

Rifiutata la morfina perché le toglie lucidità, dona tutto per la Chiesa, la Diocesi, i giovani, i lontani, il Movimento, le missioni..., rimanendo serena e forte, convinta che “il dolore abbracciato rende liberi”. Ripete: “Non ho più niente, ma ho ancora il cuore e con quello posso sempre amare”.

La sua cameretta, in ospedale a Torino (Regina Margherita) e a casa, è luogo di incontro, di apostolato, di unità: è la sua chiesa. Anche i medici, talvolta non praticanti, rimangono sconvolti dalla pace che aleggia intorno a lei, ed alcuni si riavvicinano a Dio. Ancor oggi la ricordano, ne parlano e la invocano.

Diceva agli amici: “... Voi non potete immaginare qual è ora il mio rapporto con Gesù... Avverto che Dio mi chiede qualcosa di più, di più grande. Forse potrei restare su questo letto per anni, non lo so. A me interessa solo la volontà dì Dio, fare bene quella nell’attimo presente: stare al gioco di Dio”. E ancora: “Ero troppo assorbita da tante ambizioni, progetti e chissà cosa. Ora mi sembrano cose insignificanti, futili e passeggere… Ora mi sento avvolta in uno splendido disegno che a poco a poco mi si svela. Se ora mi chiedessero se voglio camminare (l’intervento la rese paralizzata con dolorosissime e continue contrazioni alle gambe), direi di no, perché così sono più vicina a Gesù”.

Alla mamma preoccupata continua a ripetere: “Fidati di Dio, poi hai fatto tutto”; e “Quando io non ci sarò più, segui Dio e troverai la for­za di andare avanti”.

Chi la va a trovare esprime i suoi ideali, mettendo gli altri sempre al primo posto. Al “suo” vescovo, Mons. Livio Maritano, mostra un affetto particolarissimo; nei loro ultimi, brevi ma intensi incontri, un’atmosfera soprannaturale li avvolge: nell’Amore diventano una cosa sola; sono Chiesa!

Ma il male avanza e i dolori aumentano. Non un lamento; sulle sue labbra: “Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io”.

Chiara si prepara all’incontro: “E’ lo Sposo che viene a trovarmi” e sceglie il suo abito da sposa, i canti e le preghiere per la sua Messa; il rito dovrà essere una festa.

Ricevendo per l’ultima volta Gesù Eucaristia appare immersa in Lui e supplica che le venga recitata “quella preghiera: Vieni, Spirito Santo, manda a noi dal Cielo un raggio della tua luce”.

Per saperne di più visita il sito: http://www.chiaralucebadano.it/

3 commenti:

mery ha detto...

LE VITE SPECIALI KOME QUELLE DI CHIARA SONO UN ESEMPIO X TUTTI NOI...XKè NELLA SUA TEMPESTA HA VISTO GESU'...HA IL VISTO IL PADRE--COLUI KE C'è NELL'ORA BUIA, E TI DICE...NON TEMERE...
UN SALUTO DA MERY...ASPETTO UNA VOSTRA VISITA NEL MIO BLOG...

Saulo ha detto...

grazie Mery!
Ti vengo subito a visitare!

Saulo ha detto...

scusami, qual è il tuo blog?