venerdì 10 aprile 2009

GLORIA POLO: UNA TESTIMONIANZA ECCEZIONALE


Gloria Polo, dottoressa di Bogotà (Colombia), un giorno viene colpita da un fulmine.
Mentre i medici la danno per spacciata, lei ha un'esperienza mistica, in cui il Signore le mostra l'aldilà e quanto male aveva fatto fino ad allora con la sua vita senza Dio, e perdonandola le offre una nuova possibilità, quella di tornare nel mondo dei vivi e di testimoniare a tutti la sua esperienza, perchè altri si convertissero.

Sul suo sito internet http://www.medjugorje-bz.org/ è presente anche il video di una sua recente testimonianza fatta a Marzo del 2009 a Catania.
Consiglio di ascoltarla, oltre a leggere il testo che segue, che è la traduzione di una sua intervista in inglere rilasciata a Radio Maria della Colombia.
Buona lettura


"Fratelli e sorelle, è meraviglioso per me condividere con voi ora l'ineffabile grazia che mi ha dato Nostro Signore, ormai più di dieci anni fa. Mi trovavo all'Università Nazionale della Colombia a Bogotà (maggio 1995). Con mio nipote, dentista come me, noi preparavamo una lezione. Quel venerdì pomeriggio, mio marito ci accompagnò perché noi dovevamo prendere dei libri alla Facoltà. Pioveva molto e mio nipote ed io stessa, ci riparavamo sotto un piccolo ombrello. Mio marito, coperto da un impermeabile si avvicinò alla biblioteca del Campus. Mio nipote ed io lo seguivamo, ci siamo diretti verso degli alberi per sfuggire agli scrosci d'acqua. In quell'attimo siamo stati tutt'e due colpiti da un fulmine. Mio nipote è morto sul colpo; era giovane e nonostante la sua giovane età, si era consacrato a Nostro Signore; aveva una grande devozione per Gesù Bambino. Portava ogni giorno la Sua Santa Immagine in un cristallo di quarzo sul suo petto. Secondo l'autopsia il fulmine era passato per l'immagine; carbonizzò il suo cuore e uscì sotto i suoi piedi. Esteriormente non presentava alcuna traccia di bruciature.

Per quanto riguarda me, il mio corpo fu bruciato in modo orribile, sia all'interno che all'esterno. Questo corpo che voi ora avete davanti, risanato, lo è per la grazia della misericordia divina. Il fulmine mi aveva carbonizzato, non avevo più i seni e praticamente tutta la mia carne e parte delle mie costole erano scomparse. Il fulmine era uscito dal mio piede destro dopo aver bruciato quasi completamente lo stomaco, il fegato, i reni e i polmoni. Io praticavo la contraccezione e portavo una spirale intra uterina in rame. Il rame, essendo un eccellente conduttore d'elettricità, aveva carbonizzato le mie ovaie. Mi trovai perciò con un arresto cardiaco, senza vita, il mio corpo aveva dei soprassalti a causa dell'elettricità che aveva ancora.

Ma questo è solamente quello che riguarda la parte fisica di me perché, quando la mia carne fu bruciata, nello stesso istante mi ritrovai in un bellissimo tunnel di luce bianca, piena di gioia e di pace; nessuna parola può descrivere la grandezza di quel momento di felicità. L'apoteosi dell'istante era immensa. Mi sentivo felice e piena di gioia, perché non ero più soggetta alla legge di gravità. In fondo al tunnel vidi come un sole da cui proveniva una luce straordinaria. Ve la descriverei come bianca per darvene un'idea, ma in realtà nessun colore di questa terra è paragonabile a quello splendore. Ne percepivo la sorgente tutta di amore e pace.

Nel mentre mi elevavo compresi che stavo morendo. In quell'istante ho pensato ai miei figli e mi sono detta: "Oh, mio Dio, i miei figli, che penseranno di me? Da mamma molto attiva che ero stata, non avevo mai avuto tempo da dedicare loro!" Mi era possibile vedere la mia vita quale era stata realmente e questo mi rattristava. Lasciavo la casa ogni giorno per cambiare il mondo e non ero mai stata capace di occuparmi dei miei figli. In quell'istante di vuoto che provavo a causa dei miei figli io vidi qualcosa di magnifico: il mio corpo non faceva più parte dello spazio e del tempo. In un istante mi era possibile abbracciare con lo sguardo tutto il mondo: quello dei vivi e quello dei morti. Ho potuto sentire i miei nonni e i miei genitori defunti. Ho potuto stringere a me tutto il mondo, era un bellissimo momento! Capii allora di aver sbagliato credendo alla reincarnazione di cui mi ero fatta avvocato.

Avevo l'abitudine di "vedere" dappertutto mio nonno e mio bisnonno. Ma là essi mi abbracciavano ed ero in mezzo a loro. Nel medesimo istante noi eravamo vicini a tutte le persone che io avevo conosciuto nella mia vita. Durante questi momenti così belli fuori dal mio corpo avevo perduto la nozione del tempo. Il mio modo di vedere era cambiato: sulla terra distinguevo tra chi era grasso, chi era di altra razza o disgraziato, perché avevo sempre dei pregiudizi. Fuori del mio corpo consideravo le persone interiormente (l'anima). Com'è bello vedere la gente interiormente! Potevo conoscere i loro pensieri e i loro sentimenti. Io li abbracciavo tutti in un istante mentre continuavo a salire sempre più in alto e piena di gioia. Capii allora che potevo godere di una vista magnifica, un luogo di una bellezza straordinaria.

Ma in quel momento, sentii la voce di mio marito che piangeva e mi chiamava singhiozzando:"Gloria, ti prego, non andartene! Gloria svegliati! Non abbandonare i ragazzi, Gloria!" L'ho guardato e non solo l'ho visto ma ho sentito il suo profondo dolore. E il Signore mi ha permesso di tornare anche se non era mio desiderio. Provavo una così grande gioia, tanta pace e felicità! Ed ecco che discendo ormai lentamente verso il mio corpo ove giacevo senza vita. Esso veniva posto su una barella, al centro medico del Campus. Potevo vedere i medici che mi facevano l'elettrochoc e tentavano di rianimarmi dopo l'arresto cardiaco che avevo avuto. Siamo rimasti lì per due ore e mezzo. Prima non ci potevano toccare perché i nostri corpi erano ancora troppo conduttori di elettricità; dopo, quando poterono, si sforzarono di rianimarci. Mi posai vicino alla testa e sentii come uno choc che mi entrò violentemente all'interno del corpo. Questo fu doloroso perché faceva scintille da tutte le parti. Mi vidi incorporata a qualcosa di così stretto. Le mie carni morte e bruciate mi facevano male. Esse sprigionavano fumo e vapore.

Ma la ferita più orribile era quella della mia vanità: ero una donna di mondo, dirigente, intellettuale, una studiosa schiava del suo corpo, della bellezza e della moda. Facevo ginnastica quattro ore al giorno, per avere un corpo snello: massaggi terapie, diete di ogni genere, etc. Questa era la mia vita, una routine che mi incatenava al culto della bellezza del corpo. Io mi dicevo: "Ho dei bei seni, tanto vale mostrarli. Non c'è nessuna ragione di nasconderli." Lo stesso per le mie gambe, perché credevo di avere delle belle gambe e un bel petto! Ma in un istante, avevo visto con orrore che avevo passato la mia vita a prendere cura del mio corpo. L'amore per il mio corpo era divenuto il centro della mia esistenza. Ora, in questo momento, non avevo più corpo, niente petto, niente se non un orribile buco. Il mio seno sinistro in particolare era sparito. Ma il peggio, era che le mie gambe non erano che piaghe aperte senza carne, completamente bruciate e carbonizzate. Di là mi trasportano all'ospedale ove mi dirigono d'urgenza alla sala operatoria ove cominciano a raschiare e pulire le bruciature.

Quando ero sotto anestesia, ecco che esco di nuovo dal mio corpo e vedo ciò che i chirurghi sono in procinto di farmi. Ero preoccupata per le mie gambe. Di colpo passai un momento orribile: tutta la mia vita, non ero stata che una cattolica di nome: il mio rapporto con il Signore era la Messa della domenica, per non più di 25 minuti, là dove l'omelia del sacerdote era più breve, perché non potevo sopportare di più. Tale era la mia relazione con il Signore. Tutte le idee mondane m'avevano influenzato come una banderuola.

Un giorno, quand'ero già dentista professionista, avevo sentito un prete affermare che l'inferno e i diavoli non esistevano. Ora questa era la sola cosa che mi tratteneva dal frequentare la Chiesa. Sentendo tale affermazione, mi dissi che saremo andati tutti in paradiso, indipendentemente da quello che siamo e mi allontanai completamente dal Signore. Le mie conversazioni divennero malsane perché non potevo più reprimere il peccato. Cominciai a dire a tutti che il diavolo non esisteva e che era una invenzione dei preti, che c'era della manipolazione… Quando uscivo con i miei colleghi dell'università, dicevo loro che Dio non esisteva e che noi eravamo un prodotto dell'evoluzione. Ma in quell'istante, là, nella sala operatoria, ero veramente terrificata, vedevo dei diavoli venire verso di me perché ero la loro preda. Dai muri della sala operatoria vidi spuntare molta gente. All'inizio sembravano normali, ma in seguito avevano dei visi pieni di odio, orribili. In quel momento, per una certa luce che mi fu data, capii che appartenevo a ciascuno di loro. Compresi che il peccato non era senza conseguenze e che la menzogna più infame del demonio, era quella di far credere che non esisteva.

Li vedevo venire tutti a cercarmi, immaginate il mio spavento! Le mie convinzioni intellettuali e scientifiche non erano di nessun aiuto. Volevo ritornare nel mio corpo, ma quello non mi lasciava entrare. Corsi allora verso l'esterno della stanza, sperando di nascondermi da qualche parte tra i corridoi dell'ospedale ma di fatto finii col saltare nel vuoto. Cadevo in un tunnel che mi aspirava verso il basso. All'inizio c'era della luce e assomigliava a un alveare d'api. C'era moltissima gente. Ma presto cominciai a discendere passando per dei tunnels completamente oscuri. Non c'è alcun paragone tra l'oscurità di quel luogo e la più totale oscurità della terra anche senza la luce delle stelle. Questa oscurità suscita sofferenza, orrore e vergogna. L'odore era pestilenziale.

Quando infine finii di discendere questi tunnels, atterrai su una piattaforma. Io che avevo l'abitudine di dichiarare che avevo una volontà d'acciaio e che nulla era troppo per me… là la mia volontà non serviva a niente, non riuscivo affatto a risalire. A un certo punto, vidi aprirsi al suolo come un gigantesco baratro e vidi un immenso abisso senza fondo. La cosa più orribile di questo buco spalancato era che vi si percepiva l'assenza assoluta dell'amore di Dio e senza la minima speranza.

Il precipizio mi aspirava e ne ero terrificata. Sapevo che se andavo là dentro, la mia anima ne moriva. Ero trascinata verso questo orrore, qualcuno m'aveva preso per i piedi. Il mio corpo entrava ormai in questo buco e fu un momento di estrema sofferenza e di spavento. Il mio ateismo mi abbandonò e cominciai a gridare verso le anime del Purgatorio per avere dell'aiuto. Mentre urlavo, sentivo un dolore fortissimo perché mi fu dato di capire che migliaia e migliaia di esseri umani si trovavano là, soprattutto giovani. E' con terrore che sento stridore di denti, grida orribili, e dei gemiti che mi scuotevano nel più profondo del mio essere. Mi sono stati necessari anni prima di rimettermi perché ogni volta che ricordavo quegli istanti, piangevo pensando alle loro terribili sofferenze. Compresi che è là che vanno le anime dei suicidi, che in un attimo di disperazione si ritrovano in mezzo a questi orrori. Ma il tormento più indicibile era l'assenza di Dio. Non si poteva percepire Dio. In quei tormenti, mi sono messa a gridare: "Chi ha potuto commettere un errore simile? Io sono quasi una santa: non ho mai rubato, non ho mai ucciso, ho dato da mangiare ai poveri, ho fatto cure dentarie gratuite a che ne necessitava; che ci faccio qui? Io andavo alla Messa la domenica… ho mai mancato alla messa domenicale non più di cinque volte nella mia vita! Allora perché sono qui? Io sono cattolica, vi prego, sono cattolica, fatemi uscire di qui!"

Mentre gridavo che ero cattolica scorsi un debole bagliore. E vi posso assicurare che in quel posto la più piccola luce era il più bello dei doni. Vidi dei gradini al di sopra del precipizio e riconobbi mio padre, deceduto cinque anni prima. Molto vicina, quattro gradini più in alto, stava mia madre in preghiera, illuminata di più dalla luce. Il vederli, mi riempì di gioia e dissi loro: "Papà, Mamma, fatemi uscire! Vi supplico, fatemi uscire! Quando si chinarono verso l'abisso dovreste vedere il loro immenso dispiacere. Il quel posto potete percepire i sentimenti degli altri e sentire le loro pene. Mio padre si mise a piangere tenendo la testa tra le sue mani: "Figlia mia, figlia mia!" diceva. Mamma pregava e capii che essi non mi potevano far uscire di là, la mia pena si accrebbe della loro perché essi condividevano la mia. Così, io mi misi a gridare di nuovo: "Vi supplico, fatemi uscire di qui! Io sono cattolica! Chi ha potuto commettere un tale errore? Vi supplico, fatemi uscire di qui!

Questa volta, una voce si fece sentire, una voce così dolce che fece tremare la mia anima. Tutto allora fu inondato d'amore e di pace e tutte quelle tetre creature che mi circondavano scapparono perché non possono stare di fronte all'Amore. Questa voce preziosa mi dice: "Benissimo, poiché sei cattolica, dimmi quali sono i comandamenti di Dio."

Ecco una mossa sbagliata da parte mia. Sapevo che c'erano dieci comandamenti, punto e basta. Che fare? Mamma mi parlava sempre del primo comandamento d'amore: non avevo che da ripetere ciò che lei mi diceva. Pensai di improvvisare e nascondere così la mia ignoranza degli altri (comandamenti). Credevo di potermela cavare come sulla terra, dove trovavo sempre una buona scusa; mi giustificai difendendomi per mascherare la mia ignoranza. Dissi: "Amerai il Signore, tuo Dio al di sopra di tutto ed il prossimo come te stesso". Sentii allora: "Benissimo, li hai tu amati?" I risposi. "Sì li ho amati, li ho amati, li ho amati!"

Mi fu risposto: "No. Tu non hai amato il Signore tuo Dio al di sopra di tutto e ancora meno il tuo prossimo come te stessa. Tu ti sei creata un dio che adattavi alla tua vita e te ne servivi solamente nel caso di urgente bisogno. Tu ti prostravi davanti a Lui quando eri povera, quando la tua famiglia era umile e quando desideravi andare all'università. In quei momenti pregavi sovente e ti inginocchiavi per delle ore per supplicare il tuo Dio di farti uscire dalla miseria; perché ti accordasse il diploma che ti permetteva di diventare qualcuno. Ogni volta che avevi bisogno di soldi recitavi il rosario. Ecco la tua relazione con il Signore!"

Sì, devo riconoscere che prendevo il rosario e aspettavo del denaro in cambio, tale era la mia relazione con il Signore. Mi fu dato da vedere che non appena preso il diploma e la notorietà ottenuta, non ebbi mai il minimo sentimento d'amore per il Signore. Essere riconoscente, no, mai! Quando aprivo gli occhi al mattino, non avevo mai un grazie per il giorno nuovo che il Signore mi dava da vivere, non Lo ringraziavo mai per la mia salute, per la vita dei miei figli, per tutto ciò che mi aveva donato. Era l'ingratitudine più totale. Non avevo compassione per i bisognosi.

In pratica, tu collocavi il Signore così in basso che avevi più confidenza con i responsi di Mercurio e di Venere. Eri accecata dall'astrologia, proclamando che le stelle dirigevano la tua vita! Vagabondavi verso tutte le dottrine del mondo, credevi che saresti morta per rinascere ancora! E hai dimenticato la misericordia. Ti sei dimenticata che sei stata riscattata dal Sangue di Dio. Ora mi mette alla prova con i dieci comandamenti. Ora mi dimostra che pretendevo di amare Dio ma che in realtà, era satana che io amavo.

Un giorno, una donna era entrata nel mio studio dentistico per offrirmi i suoi servizi di magia ed io le avevo detto: "Non ci credo, ma lasciate qui questo portafortuna nel caso che funzioni". Li avevo messo in un angolo, un ferro da cavallo ed un cactus, tenuti per allontanare le energie cattive. Come era vergognoso tutto questo! Fu un esame della mia vita a partire dai dieci comandamenti. Mi fu mostrato quello che era stato il mio comportamento riguardo al mio prossimo. Mi fu fatto vedere come io pretendessi di amare Dio mentre avevo l'abitudine di criticare tutti, di puntare il dito su ciascuno, io la santissima Gloria! Mi si mostrò come ero invidiosa ed ingrata! Non avevo mai provato riconoscenza verso i miei genitori che mi avevano dato il loro amore ed avevano fatto tanti sacrifici per educarmi e mandarmi all'Università. Dall'ottenimento del diploma, essi divennero anche inferiori a me; anche avevo vergogna di mia madre a causa della sua povertà, della sua semplicità e della sua umiltà.

Per quanto concerne il mio comportamento come moglie, mi fu mostrato che mi lamentavo sempre, dalla mattina alla sera. Se mio marito mi diceva: "Buongiorno", io replicavo: "Perché questo giorno sia buono quando fuori piove". Mi lamentavo anche continuamente dei miei figli: mi fu mostrato come non avevo mai amato né avuto compassione per i miei fratelli e sorelle della terra.

E il Signore mi dice: "Tu non hai mai avuto considerazione per i malati nella loro solitudine, non hai mai tenuto loro compagnia. Non hai mai avuto compassione degli orfani, di tutti questi bambini infelici". Avevo un cuore di pietra dentro un guscio di noce. Su questa prova dei dieci comandamenti, non avevo una mezza risposta corretta. Era terribile, devastante! Ero completamente sconvolta. E mi dicevo: "Almeno non mi potrà rimproverare di avere ucciso qualcuno! Per esempio, compravo delle provviste per i bisognosi; non era per amore, piuttosto per apparire generosa, e per il piacere che avevo di manipolare quelli che erano nel bisogno. Dicevo loro: "Prendete queste provviste e andate al mio posto alla riunione dei genitori e dei professori perché io non ho il tempo di parteciparvi". Inoltre, amavo essere circondata da persone che mi incensavano. Mi ero fatta una certa immagine di me stessa.

Il tuo dio era il denaro, mi ha detto ancora. Sei stata condannata a causa del denaro. E' per questa ragione che sei sprofondata nell'abisso e che ti sei allontanata dal Signore. Noi eravamo stati effettivamente ricchi, ma alla fine eravamo diventati insolventi, senza un soldo e peni di debiti. Per tutta risposta, gridai: "Quale denaro? Sulla terra abbiamo lasciato un sacco di debiti!"

Quando venni al secondo comandamento, vidi con tristezza che nella mia infanzia avevo presto capito che la menzogna era un eccellente mezzo per evitare le severe punizioni di mamma. Cominciai mano nella mano con il padre della menzogna (satana) e divenni bugiarda. I miei peccati aumentavano come le mie menzogne. Avevo osservato come mamma rispettava il Signore ed il Suo Nome Santissimo. Vi trovai un'arma per me e mi misi a bestemmiare il Suo Nome. Dicevo: Mamma, io giuro su Dio che…". E così evitavo le punizioni. Immaginate le mie menzogne, implicando il Nome Santissimo del Signore… E notate, fratelli e sorelle, che le parole non sono mai vane, perché quando mia madre non mi credeva, avevo preso l'abitudine di dirle: "Mamma, se io mento, che un fulmine mi colpisca qui e subito". Se le parole sono volate via con il tempo, si riscontra che il fulmine mi ha ben colpito! Mi ha carbonizzato ed è grazie alla misericordia divina che ora sono qui. Mi fu mostrato come, io che mi dichiaravo cattolica, non rispettassi nessuna delle mie promesse e come utilizzavo futilmente il nome di Dio.

Fui sorpresa di vedere che alla presenza del Signore, tutte queste orribili creature che mi circondavano, si prosternavano in adorazione. Vidi la Vergine Maria ai piedi del Signore che pregava ed intercedeva per me.

Per quel che riguarda il rispetto del giorno del Signore facevo pietà e ne provai un dolore intenso. La voce mi diceva che le domeniche passavo quattro o cinque ore ad occuparmi del mio corpo; non avevo nemmeno dieci minuti di ringraziamento o di preghiera da consacrare al Signore. Se cominciavo un rosario mi dicevo: "Lo posso fare durante la pubblicità, prima del telefilm". La mia ingratitudine di fronte al Signore mi fu rimproverata. Quando non volevo partecipare alla Messa, dicevo a mamma: " Dio è dappertutto, perché dovrei andare lì?...

La voce mi ricordò ugualmente che Dio vegliava su di me notte e giorno e che in cambio io non Lo pregavo per niente; e le domeniche non Lo ringraziavo, non Gli manifestavo la mia gratitudine e il mio amore. Al contrario, prendevo cura del mio corpo, ne ero schiava e dimenticavo totalmente che avevo un'anima e che la dovevo nutrire. Ma mai la nutrii della parola di Dio, perché dicevo che chi legge la Parola di Dio (Bibbia) diviene pazzo. E per quanto concerne i Sacramenti avevo sbagliato in tutto. Dicevo che non sarei mai andata a confessarmi perché quei vecchi signori erano peggiori di me. Il diavolo mi stornava dalla confessione ed è così che impediva alla mia anima d'essere pulita e di guarire. La bianca purezza della mia anima ne pagava il prezzo ogni volta che peccavo. Satana lasciava il suo marchio: un marchio oscuro. Eccetto che per la mia prima Comunione, non avevo mai fatto una buona confessione. A partire di là, non ho mai ricevuto il Signore degnamente.

La mancanza di coerenza aveva raggiunto un tale degrado che io bestemmiavo: "La Santa Eucaristia? Si può immaginare Dio venuto in un pezzo di pane?" Ecco in che stato era ridotta la mia relazione con Dio. Non avevo mai nutrito la mia anima e più ancora, criticavo i preti costantemente. Voi dovevate vedere come mi ci dedicavo! Dalla mia più tenera infanzia, mio padre aveva l'abitudine di dire che quella gente là erano ancora più donnaioli dei laici. E il Signore mi dice: "Chi sei tu per giudicare così i Miei consacrati? Questi sono degli uomini e la santità di un sacerdote è sostenuta dalla sua comunità che prega per lui, che l'ama e lo aiuta. Quando un prete commette un errore, è la sua comunità che ne è responsabile, mai lui". Ad un certo momento della mia vita, accusai un prete di omosessualità e la comunità ne fu informata. Voi non potete immaginare il male che ho fatto!

Per quanto attiene al quarto comandamento "Onorerai tuo padre e tua madre" come vi ho detto, il Signore mi fece vedere la mia ingratitudine di fronte ai miei genitori. Mi lamentavo perché non potevano offrirmi tutte quelle cose di cui disponevano i miei compagni. Ero ingrata verso di loro con tutto quello che avevano fatto per me e non ero nemmeno arrivata al punto dove dicevo di non conoscere mia madre perché non era al mio livello. Il Signore mi mostrò come avrei pertanto potuto osservare questo comandamento. In effetti avevo pagato le fatture delle medicine e del medico quando i mie genitori erano malati, ma come analizzavo tutto in funzione dei soldi. Allora ne approfittai per manipolarli ed ero arrivata a schiacciarli.

Mi sentivo male nel vedere mio padre piangere tristemente perché, anche se fu un buon padre che m'aveva insegnato a lavorare duramente ed ad intraprendere, aveva dimenticato un dettaglio importante: che avevo un'anima e che per il suo cattivo esempio la mia vita aveva cominciato a vacillare. Lui fumava, beveva, andava a donne a tal punto che un giorno suggerii a mamma di abbandonarlo. "Tu non dovrai più continuare a lungo con un uomo come lui. Sii dignitosa, fagli vedere che vali qualcosa". E mamma rispondeva: "No mia cara, io soffro ma mi sacrifico perché ho sette figli e perché al fine della giornata, tuo papà dimostra di essere un buon padre; non potrei mai andarmene e separarvi da vostro padre; di più se io me ne andassi, chi pregherebbe per la sua salvezza. Io sono la sola che lo possa fare perché tutte queste pene e ferite che mi infligge, io le unisco alle sofferenze di Cristo sulla Croce. Ogni giorno dico al Signore: il mio dolore è niente in confronto della vostra Croce, così, vi prego, salvate mio marito e i miei figli".

Da parte mia non riuscivo a comprenderla e divenni ribelle, cominciai a prendere la difesa delle donne, ad incoraggiare l'aborto, la coabitazione ed il divorzio. Quando venne al quinto comandamento, il Signore mi fece vedere l'assassinio orribile che avevo fatto commettendo il più orribile dei crimini: l'aborto. Di più, avevo finanziato diversi aborti perché sostenevo che una donna aveva il diritto di scegliere se rimanere incinta o no. Mi fu dato da leggere nel Libro della Vita e fui profondamente mortificata, perché una ragazzina di 14 anni aveva abortito su mio consiglio. Avevo ugualmente prodigato dei cattivi consigli a delle ragazzine, tre delle quali erano mie nipoti, parlando loro della seduzione, della moda, consigliando loro di approfittare del loro corpo, e dicendo loro di usare la contraccezione: questa è una specie di corruzione dei minori che aggravava l'orribile peccato dell'aborto.

Ogni volta che viene versato il sangue di un bambino è un olocausto a satana, che ferisce e fa tremare il Signore. Io vidi nel libro della Vita come la nostra anima si formava, al momento che il seme perviene nell'ovulo. Una bella scintilla scocca, una luce che come un raggio di sole di Dio Padre. Appena il ventre della mamma è inseminato si illumina della luce dell'anima. Durante l'aborto, l'anima geme e grida per il dolore e se ne ode il grido al Cielo perché ne è scosso. Questo grido risuona ugualmente all'Inferno, ma è un grido di gioia. Quanti bambini sono uccisi ogni giorno! E' una vittoria dell'inferno. Il prezzo di questo sangue innocente libera ogni volta un demone di più. Io mi sono immersa in questo sangue e la mia anima divenne totalmente ottenebrata. In seguito a questi aborti, avevo perduto la percezione del peccato. Per me, tutto era OK. E che dire di tutti quei bambini a cui io avevo rifiutato la vita a causa della spirale (anticoncezionale) che utilizzavo. E così sprofondavo ancora di più nell'abisso. Come potevo affermare che non avevo mai ammazzato! E tutte le persone che io ho disprezzato, odiato, che non ho amato! Anche così sono stata un'assassina perché non si uccide solamente con una pistola. Si può egualmente uccidere odiando, commettendo degli atti di cattiveria, invidiando ed essendo gelosi.

Per quel che riguarda il sesto comandamento, mio marito fu l'unico uomo della mia vita. Ma mi fu dato di vedere che ogni volta che mettevo in mostra il mio petto e che portavo i miei pantaloni leopardati incitavo gli uomini all'impurità e li inducevo al peccato. Di più, io consigliavo alle donne d'essere infedeli al loro marito, predicavo contro il perdono e incoraggiavo il divorzio. Compresi allora che i peccati della carne sono terribili e condannabili anche se il mondo attuale trova accettabile che ci si comporti come degli animali. Era particolarmente doloroso vedere come i peccati d'adulterio di mio padre avevano ferito i suoi figli. I miei tre fratelli divennero delle copie conforme al loro padre, donnaioli e bevitori, incoscienti del torto che facevano ai loro figli. Ecco perché mio padre piangeva con tanto dispiacere constatando che il cattivo esempio che aveva dato s'era ripercosso su tutti i suoi figli.

Quanto al settimo comandamento - non rubare - io che mi giudicavo onesta, il Signore mi ha fatto vedere il cibo sprecato nella mia casa mentre il resto del mondo soffriva la fame. Egli mi disse: "Avevo fame e guarda quello che hai fatto con quello che ti ho dato, come l'hai sprecato! Avevo freddo e tu guarda come eri schiava della moda e delle apparenze, buttando via tanto denaro nelle diete per dimagrire. Del tuo corpo ne hai fatto un dio! Mi fece comprendere che avevo una parte di colpa nella povertà del mio paese. Mi dimostrò anche che ogni volta che criticavo qualcuno, rubavo il suo onore. Sarebbe stato più facile per me rubare del denaro, perché il denaro si può sempre restituire, ma la reputazione!... Di più, io derubavo i miei figli della grazia di avere una madre tenera e piena d'amore. Abbandonavo i miei figli per andare nel mondo, li lasciavo davanti alla televisione, al computer, ai videogiochi; e per tacitarmi la coscienza, compravo loro dei vestiti di marca. Com'è orribile! Che immenso dispiacere!

Nel Libro della Vita si vede tutto come in un film. I miei figli dicevano: "Speriamo che mamma non rientri troppo presto e che ci siano degli ingorghi perché è fastidiosa e brontolona". Infatti, io avevo rubato loro la madre, avevo rubato loro la pace che dovevo portare nel mio focolare. Non avevo insegnato l'amore di Dio né l'amore del prossimo. E' semplice: se non amo i miei fratelli, non ho niente a che vedere con il Signore: se non ho della compassione, non ho niente a che vedere con Lui, non più.

Ora parlerò delle false testimonianze e della menzogna perché ero diventata un'esperta nella materia. Non ci sono bugie innocenti, tutto viene da satana che è il loro padre. Le colpe che ho commesso con la lingua erano veramente spaventose. Ho visto come ho ferito con la mia lingua. Ogni volta che io spettegolavo, che mi facevo beffe di qualcuno o gli attribuivo un soprannome dispregiativo, io ferivo quella persona. Quanto un soprannome può far male! Potevo complessare una donna chiamandola: "la cicciona"...

Nel corso di questo giudizio sui dieci comandamenti, mi si mostrò che tutti miei peccati avevano come causa la bramosia, questo desiderio malsano. Mi sono vista felice con tanti soldi. E il denaro divenne la mia ossessione. E' veramente triste, perché per la mia anima il momento più terribile era stato quando avevo a disposizione molto denaro. Avevo anche pensato al suicidio. Avevo tanto denaro e mi sentivo sola, vuota, amara e frustrata. Questa ossessione del denaro mi allontanò dal Signore e fece sì che mi allontanai delle sue mani.

Dopo l'esame dei 10 comandamenti, mi fu mostrato il Libro della Vita. Vorrei le parole adeguate per descriverlo. Il mio Libro della Vita cominciò quando le cellule dei miei genitori si unirono. Pressoché immediatamente ci fu una scintilla, una magnifica esplosione e un'anima era così formata, la mia, creata dalle mani di Dio, nostro padre, un Dio così buono! E' veramente meraviglioso! Egli veglia su di noi 24 ore su 24. Il Suo Amore era il mio castigo perché Lui non guardava il mio corpo di carne ma la mia anima e vedeva come mi allontanavo dalla salvezza.

Vorrei anche dirvi che a quel punto ero un'ipocrita! Dicevo ad una amica: "Sei incantevole in questo abito, ti sta così bene!" Ma io pensavo tra me e me: è un vestito grottesco, e si crede pure una regina! Nel Libro della Vita, tutto appariva esattamente tale e quale l'avevo pensato, si vede anche l'ambiente interno dell'anima. Tutte le mie menzogne erano esposte ed ognuno poteva vederle. Marinavo sovente la scuola, perché mamma non mi permetteva di andare dove volevo. Per esempio, le mentivo a proposito di un lavoro di ricerca che dovevo fare alla biblioteca universitaria e di fatto, andavo invece a vedere un film porno o a bere una birra in un bar con degli amici. Quando penso che mamma ha visto sfilare la mia vita e che niente è stato dimenticato!

Il Libro della Vita è veramente bellissimo. Mia madre aveva l'abitudine di mettere nel mio cestino delle banane per il mio pranzo, pasta di guava e così del latte, perché nella mia infanzia, eravamo poverissimi. Mi capitava di mangiare le banane e di buttare per terra le bucce senza pensare che qualcuno poteva scivolare su di esse e farsi male. Il Signore mi mostrò come una persona era scivolata su una delle mie bucce di banana; avrei potuto ucciderla per la mia mancanza di compassione.

L'unica volta della mia vita che mi confessai con dispiacere e pentimento, fu quando una donna mi rese 4500 pesos in più in un negozio alimentare di Bogotà. Mio padre ci aveva insegnato l'onestà. Andando al lavoro, mentre guidavo, mi resi conto dell'errore. "Quell'idiota m'ha dato 4500 pesos in più e devo subito ritornare al suo negozio" mi dissi. C'era un ingorgo enorme e decisi di non tornare indietro. Ma il rimorso l'avevo dentro di me ed andai a confessarmi la domenica seguente accusandomi di aver rubato 4500 pesos senza averli restituiti. Non prestai ascolto alle parole del confessore. Ma sapete cosa mi disse il Signore? "Tu non hai compensato questa mancanza di carità. Per te, non era che del denaro per le piccole spese, ma per quella donna che non guadagnava che il minimo, quella somma rappresentava tre giorni di nutrimento". Il Signore mi mostrò come ella ne soffrì, privandosi per più giorni così anche i suoi due piccoli che avevano fame.

In seguito il Signore mi fa la seguente domanda: "Che tesori spirituali porti?"

Tesori spirituali? Le mie mani sono vuote!

"A cosa ti serve, aggiunse, possedere due appartamenti, delle case e degli uffici se non puoi nemmeno portarmene, se non sarà che un po' di polvere? Che hai fatto dei talenti che ti ho dato? Avevi una missione: questa missione era di difendere il Regno dell'Amore, il Regno di Dio".

Sì, avevo dimenticato che avevo un'anima, come potevo ricordarmi di avere dei talenti; tutto il bene che non ho potuto fare, ha offeso il Signore. Il Signore mi parlò ancora della mancanza d'amore e di compassione. Mi parlò ugualmente della mia morte spirituale. Sulla terra ero viva, ma in realtà ero morta. Se poteste vedere cos'è la morte spirituale! E' come un'anima odiosa, un'anima amara e disgustata di tutto, piena di peccati e che ferisce tutto il mondo. Vedevo la mia anima che esteriormente era ben agghindata e stava bene, ma interiormente era una vera fogna e la mia anima abitava nelle profondità dell'abisso. Non è strano che fossi così acre e depressa.

E il Signore mi disse: "La tua morte spirituale è cominciata quando hai cessato di essere sensibile al tuo prossimo". Io ti avvertii mostrandoti la loro miseria. Quando vedevi dei servizi televisivi, dei morti, dei rapimenti, la situazione dei rifugiati, tu dicevi: "povera gente, com'è triste". Ma in realtà non provavi dolore per essi, tu non sentivi niente nel tuo cuore. Il peccato ha cambiato il tuo cuore in pietra".

Non potete immaginare la grandezza del mio dolore quando il mio Libro della Vita si richiuse. Avevo dispiacere per Dio, mio Padre, per essermi comportata così perché, a riscatto di tutti i miei peccati, per la mia salvezza, di tutte le mie indifferenze e dei miei orribili sentimenti, il Signore ha cercato di attendermi fino alla fine. Mi aveva inviato persone che avevano buona influenza su di me. Mi ha protetto fino alla fine. Dio mendica la nostra conversione!

Sia ben inteso, io non avrei potuto biasimarlo di condannarmi di mia propria volontà, scelsi io come mio padre satana, al posto di Dio. Dopo che il Libro della Vita si richiuse, mi accorsi che mi stavo dirigendo in un pozzo nel cui fondo c'era una botola. Nel mentre vi precipitavo cominciai a chiamare tutti i Santi del Cielo di salvarmi. Non avete idea di tutti i nomi di Santi che mi vennero in mente, a me che ero una pessima cattolica! Chiamai Sant'Isidoro, San Francesco d'Assisi e quando la mia lista finì cadde il silenzio. Provai allora un grande vuoto ed una pena profonda. Pensavo che tutte le persone della terra credevano fossi morta in odore di santità, può essere che essi stessi s'attendessero la mia intercessione! E guardate dove atterravo! Alzai allora gli occhi e il mio sguardo incrociò quello i mia madre. Con un grandissimo dolore gridai verso di lei: "Mamma, come ho vergogna! Sono condannata, mamma. Là dove vado, tu non mi vedrai mai più.

In quel momento una grazia magnifica le fu accordata. Ella si tendeva senza muoversi ma le sue dita si misero a puntare verso l'alto. Delle scaglie si distaccarono dolorosamente dai miei occhi: l'accecamento spirituale. Rividi allora in un istante la mia vita passata, quando un mio paziente una volta mi disse. "Dottoressa, lei è troppo materialista, e un giorno avrà bisogno di questo: in caso di pericolo immediato, chiedete a Gesù Cristo di coprirvi del Suo Sangue, perché mai Egli vi abbandonerà. Lui ha pagato il prezzo del Suo Sangue per lei". Con grandissima vergogna, mi misi a singhiozzare: "Signore Gesù, abbiate pietà di me! Perdonatemi, datemi una seconda occasione!"

Ed ecco mi si presenta il più bel momento della mia vita, non ci sono parole per descriverlo. Gesù viene e mi tira fuori dal pozzo e tutte quelle orribili creature si appiattiscono al suolo. Quando mi depose, mi disse con tutto il Suo amore: "Stai per ritornare sulla terra, ti do una seconda possibilità". Ma precisò che non era a causa delle preghiere della mia famiglia. "E' giusto da parte loro implorare per te. Questo è grazie all'intercessione di tutti quelli che ti sono estranei e che hanno pianto, pregato e hanno elevato il loro cuore con un profondo amore per te".

Vidi molte luci accendersi, come delle piccole fiamme d'amore. Vidi delle persone che pregavano per me. Ma c'era una fiamma molto più grande, era quella che mi dava molta più luce e che più brillava d'amore. Tentai di conoscere chi fosse questa persona. Il Signore mi disse. "Colui che ti ama tanto, neanche ti conosce". Mi spiegò che quest'uomo aveva letto un ritaglio di giornale del mattino. Era un povero paesano che abitava ai piedi della Sierra Nevada di Santa Marta (a nord-est della Colombia). Questo pover'uomo si era recato in città per acquistare dello zucchero di canna. Lo zucchero era stato avvolto nella carta da giornale e c'era una mia foto, tutta bruciata come ero. Come l'uomo mi vide così, senza neanche aver letto l'articolo interamente, cadde inginocchio e cominciò a singhiozzare con profondo amore. Disse: "Signore, abbiate pietà della mia piccola sorella. Signore salvatela. Se voi la salvate vi prometto che andrò in pellegrinaggio al Santuario di Buga (che si trova nel sud-ovest della Colombia). Ma Vi prego, salvatela".

Immaginate questo pover'uomo, non si lamentava di aver fame, e aveva una grande capacità d'amore perché si offriva di attraversare tutta una regione per qualcuno che neanche conosceva! E il signore mi disse: "Questo è amare il prossimo." E aggiunse: "Tu stai per tornare (sulla terra) e darai la tua testimonianza non mille volte, ma mille volte mille. E sventura a quelli che non cambieranno dopo aver udito la tua testimonianza, perché essi saranno giudicati più severamente, come te quando ritornerai qui un giorno; lo stesso per i miei consacrati, i sacerdoti, perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire".

Questa testimonianza, fratelli e sorelle miei, non è una minaccia. Il Signore non ha bisogno di minacciarci. E' una occasione che vi si presenta, e grazie a Dio ho sperimentato ciò che è necessario per vivere! Quando qualcuno di voi morirà, gli si aprirà davanti il suo Libro della Vita, vedrà tutto quanto come io ho visto. E noi tutti vedremo come siamo, la sola differenza è che sentiremo i nostri pensieri alla presenza di Dio: la cosa più bella è che il Signore sarà di fronte a noi, mendicando ogni giorno la nostra conversione affinché diventiamo una nuova creatura con Lui, perché senza di Lui non possiamo fare niente.

Che il Signore vi benedica tutti abbondantemente.

Gloria a Dio.



Per leggere la sua testimonianza completa andare al sito:
http://italian.gloriapolo.net/

DIO mi ha dato la missione dicendo: "Tu stai per tornare (sulla terra) e darai la tua testimonianza non mille volte, ma mille volte mille volte. E sventura a quelli che non cambieranno vita dopo aver inteso la tua testimonianza, perché essi saranno giudicati più severamente, come te quando ritornerai qui un giorno; lo stesso per i miei consacrati, i sacerdoti, perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire".
Dr. Gloria Constanza Polo

2 commenti:

Giusi ha detto...

grazie Gloria per la meravigliosa testimonianza d'amore che Dio ha voluto da te per noi poveri peccatori. Grazie. Giusi

tonino ha detto...

cara gloria,io non sapevo la tua storia.un giorno la mia amica mi ha parlato di te subito io ho voluto leggere la storia.Sono rimasta stupita anche perchè mi sono rinvista in alcune cose. Spero un giorno di incontrarti distinti saluti ELVIRA.