martedì 10 febbraio 2009

SUORE DI MADRE TERESA: DISABILI, NON "VEGETALI", MA FONTE DI RICCHEZZA PER L'UMANITA'

Suore di Madre Teresa: disabili, non “vegetali”, ma fonte di “ricchezza” per l’umanità

di Nirmala CarvalhoLe Missionarie della Carità gestiscono un centro per bambini portatori di handicap fisici e mentali a Mumbai. I disabili non sono dei “vegetali”, ma persone con “esigenze speciali” e “fonte di benedizione per il mondo intero” che impone modelli basati sulla “produttività”.
Mumbai (AsiaNews) – Accudire oltre 100 bambini abbandonati o affetti da disabilità, ritardi mentali, handicap fisici; curare i malati di Aids; garantire una morte dignitosa ai moribondi, ripudiati dalla famiglia e senza un luogo in cui trovare rifugio. È la missione delle suore che gestiscono la Casa di Asha Daan a Mumbai, fondata nel 1976 dalla Beata Teresa di Calcutta e gestita dalle Missionarie della Carità. Le religiose hanno deciso di spendere la propria vita al servizio di persone in apparenza “diverse”, ma che meritano tutto “l’amore, il rispetto e la dignità” che si deve a una “vita umana”.
Alla vigilia della Giornata mondiale del malato, in programma l’11 febbraio, Sr M Infanta descrive una quotidianità che è caratterizzata non solo dal dolore e dalla sofferenza, ma anche e soprattutto dal rapporto di amore e di condivisione fra le suore e gli ospiti del centro: “Ad Asha Daan vi sono 100 bambini – racconta la superiora – fra maschi e femmine, 83 dei quali portatori di handicap fisici o mentali. La loro età varia dai 3 ai 15 anni, ma sembrano così piccoli. Alcuni hanno ritardi mentali del 90%, altri dei gravissimi handicap fisici, ma ognuno di loro è un tesoro, un dono e una benedizione”.
Sr M. Infanta sottolinea che “ogni vita umana merita di essere vissuta”, anche se non sembra rispondere ai criteri di utilità o “produttività” imposti dai modelli attuali: “Questi bambini – continua la suora – sono creati per amare ed essere amati. Sono una fonte unica di benedizione per noi, per la società e per il mondo intero”.
“I portatori di handicap fisici e mentali – ammonisce – non sono dei vegetali, ma bambini con esigenze speciali: rispondono ai gesti di affetto, al contatto fisico, individui unici che sono in grado di comunicare. Lo sappiamo noi, come lo sanno i volontari che lavorano al centro, anche se queste risposte vengono manifestate con piccoli segnali”.
“Noi Missionarie della Carità – confida la suora, da 40 anni nell’ordine fondato dalla Beata Teresa di Calcutta – riceviamo grazie in abbondanza per il servizio che prestiamo ai più bisognosi. Come diceva Madre Teresa – conclude – mostra la tenerezza attraverso il tuo volto, i tuoi occhi, il tuo sorriso e il calore del tuo saluto. Devi sempre mostrare un sorriso allegro. Non prestare solo una cura, ma offri al tempo stesso il tuo cuore”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

è cosi difficile decidere di donare tutta se stessa per una causa cosi grande ...ma al tempo stesso sono più che sicura che se si riesce è perche in fondo si riesce a dire SI..ad affidarsi a Dio e all'Amore che di contro Lui dona tramite i meno fortunati..se il Mondo ci pensasse un pochino di più..non ci sarebbe neanche bisogno di grandi sacrifici da parte solo di qualcuno..ma tutti collaborando aiuteremmo chi non sta bene come noi..e tutti ne trarremmo Grazia in abboddanza..eppure io sono la prima a rimandare di giorno in giorno il mio impegno..per paura che una volta iniziato non posso più tirarmi indietro dopo una breve esperienza..penso che nn potrei tornare al quotidiano sentendomi apposto cn la coscienza..e quind penso di nn avere ancora trovato il coraggio di rinunciare alle comodità che ho..vorrei tanto ke Dio mi tirasse dai capelli per farmi agire davvero secondo la sua volontà...
AUGURI A KI GIA ORA VIVE APPIENO LA PROPRIA VITA NELL'AMORE DI DIO...!!