venerdì 6 febbraio 2009




Cossiga: grave errore di Napolitano.
Il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, citato nella lettera inviata da Giorgio Napolitano a Silvio Berlusconi, nella quale vengono indicati i 'precedentì relativi al diniego di emanare decreti legge, fa presente che si tratta di un caso "totalmente diverso". "Mi viene detto che il presidente della Repubblica, rifiutandosi di emanare un decreto legge adottato sotto la sua responsabilità dal governo, avrebbe citato un caso che mi riguarda; in realtà - sottolinea Cossiga - allora io mi limitai a rinviare al governo un testo del decreto legge perchè lo esaminasse accogliendo le osservazioni formulate dalle organizzazioni sindacali in materia di sicurezza del lavoro; il caso è totalmente diverso: qui il capo dello Stato si è rifiutato di emanare un decreto legge non per dare ragione a sindacati ma per dar ragione a degli 'estrosi' assassini di stato".




Cardinale Renato Martino: Deluso da Napolitano"Sono costernato che in tutte queste diatribe politiche si ammazzi una persona" e "sono profondamente deluso" dalla decisione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolutano, di non firmare il decreto che avrebbe imposto lo stop all'alimentazione e idratazione a Eluana Englaro. È quanto ha affermato alle agenzie il card. Renato Raffaele Martino, presidente del pontificio consiglio Giustizia e Pace



Sgarbi: Incostituzionale la sentenza non il decreto.
"È incostituzionale la sentenza non il decreto del governo. Ed è incostituzionale perchè nel nostro paese non vige la pena di morte, è quella su Eluana Englaro è una sentenza di morte". Così Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi, durante la registrazione di "Niente di personale" in onda questa sera alle 21.10 su La7, commenta la decisione del Presidente Napolitano di non firmare il decreto legge che impedisce il blocco dell'alimentazione forzata a Eluana Englaro. "In questo modo Napolitano si comporta come Dio", ha aggiunto Sgarbi. E ha precisato:"Non possiamo lasciare che a decidere della vita o della morte di una persona sia un Tribunale del popolo, anche perchè la sentenza che il padre di Eluana ha ottenuto si basa su una cosa in cui non credo, ovvero che una ragazza che all'epoca aveva 17 anni abbia veramente detto che non avrebbe voluto vivere se fosse finita in queste condizioni. A 17 anni non si pensano queste cose con piena coscienza".






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