venerdì 30 gennaio 2009

LA CONFESSIONE



Qual è la preoccupazione maggiore che dovrei avere venendo a ricevere il sacramento del perdono?
La cosa più importante è che tu capisca che il sacramento è un atto di fede nella potenza guaritrice di Cristo.
Tu non devi vedere il prete, tu devi scorgere Cristo in lui. Poi devi sapere bene che il gesto che stai per compiere è una riparazione di amore. Quando si ama veramente, le cose non costano più.

Io ho ancora un po’ di paura del sacramento del perdono, cosa devo fare?
Reagisci! Devi fare un po’ di autoumorismo, devi smontarti. Prendi in mano la catechesi di Cristo sul sacramento del perdono, il capitolo 15 di Luca. Davanti a un padre che corre verso il figlio peccatore, lo abbraccia, lo copre di baci, piange di gioia… puoi ancora avere paura di inginocchiarti a chiedere perdono?

Io sento dentro di me come la voce della mia debolezza che mi dice: è inutile, tanto sarà tutto come prima. Come devo reagire?
Devi reagire con fermezza. Non è assolutamente vero che "sarà tutto come prima". Se ricevi il sacramento bene, in te ci sarà la forza vitale di Cristo che opera, che sostiene, che incoraggia, che conforta.
Il sacramento ben ricevuto lascia un segno. Non è un colpo di bacchetta magica, tuttavia è una forza misteriosa di Dio, che scatterà in te al momento giusto, se tu collabori, se tu fai la tua parte.
Posso attendermi qualcosa di sensibile nel mio incontro con Cristo nel sacramento del perdono?
Non cercare questo. Lascia fare a Dio. Certe volte Dio tocca la tua sensibilità fino a farti piangere, fino a farti sanguinare. Spesso invece non senti nulla. Il sacramento è un atto di fede, proprio per questo non opera (normalmente) nel sensibile. Accettalo con naturalezza. Sono le tue decisioni che contano. E’ la tua volontà di combattere unita alla forza di Cristo. E’ la volontà di pregare molto che conta, di vigilare su te stesso, di usare quei mezzi di difesa che hai sperimentato essere più efficaci.

E’ meglio essere breve o lungo nell’accusa?
E’ meglio andare al nocciolo. Se ti perdi nei particolari rischi di sfocare l’essenziale. Va’ a quello che ritieni veramente grave e sorvola sul resto. Tutto è importante, ma se hai il cancro, è il cancro che preme, non preoccuparti se tra i tuoi mali c’è anche un dente cariato. Pensa al tuo cancro. Chiedi la guarigione. Sii schietto fino a sanguinare.

Se sento l’attrazione del male posso dire che sono pentito?
Dio non ti chiede di essere immune dall’attrazione del male. Dio ti chiede delle decisioni ferme, concrete, proporzionate. E’ questo che fa l’ossatura vera del pentimento. Punta lì. Un grande uomo ha scritto: "Ciò che nell’uomo non è decisione è segatura"(Carillon). La tua confessione conta in proporzione delle tue decisioni.

Di quali colpe c’è l’obbligo stretto di confessarsi?
Il vecchio catechismo rispondeva così (e la sua risposta è sempre valida): "Siamo obbligati a confessarci di tutte le colpe gravi, non ancora confessate, o confessate male. Giova però confessare anche i peccati veniali".
Colpe gravi: in una confessione straordinaria forse è bene che tralasci ciò che è secondario.
Colpe non ancora confessate: devi indagare su ciò che non hai mai confessato o per vergogna o per negligenza.
Colpe gravi confessate male: la regola più semplice è farti aiutare dal confessore dicendo: "Ho un groviglio per il mio passato, mi aiuti con qualche domanda".

Se non sono deciso ad essere schietto sarebbe meglio non ricevere il sacramento del perdono?
Sì, sarebbe meglio non confessarsi. Se non sei deciso alla sincerità sta’ lontano dal sacramento. Un sacrilegio è veleno, non converte e non dà forza, toglie le forze!
Il pensiero dei miei sbagli passati mi toglie la pace; cosa devo fare?
Apri il Vangelo alla Passione di Cristo e leggi col cuore. Sprofondati nel dolore di Cristo. Poi apri il Vangelo di Luca al capitolo 15, leggi e rileggi. La tenerezza di Dio ti darà pace.
Vivo in un’occasione volontaria di colpa grave, posso ricevere il sacramento del perdono?
No, non puoi. Se vivi volontariamente in un’occasione di colpa grave è segno che ami quella colpa, è segno che in te non è ancora entrata l’idea della conversione. Non puoi confessarti, sarebbe una profanazione al sacramento.

Il mio passato è un caos, cosa dovrei fare per mettermi a posto?
Fatti aiutare dal sacerdote. Di’ con semplicità che non riesci a mettere ordine nella tua coscienza, e rispondi con schiettezza alle sue domande.

In un momento particolare della vita avevo ricevuto il sacramento in modo eccezionale; poi, credo, sono stato fedele al Signore fin qui. Cosa dovrei fare questa volta per ricevere bene il sacramento?
E’ bene che non ritorni a rivangare il passato. Però poni a te stesso con chiarezza questa domanda: "Cos’è che da molto tempo il Signore mi sta chiedendo e che io rifiuto? Sto negando qualcosa a Dio?".

Basta la confessione delle proprie colpe? non è troppo poco?
No, la confessione suppone una conversione. Una conversione suppone un programma chiaro, concreto, di ripresa. Le tue decisioni devono essere precise, concrete, proporzionate. Devi anche pensare ad una riparazione. Un male non riparato è segno di un pentimento inefficiente, fatto di parole soltanto.

Come impiegare bene il tempo dell’attesa?
Il tempo dell’attesa è prezioso, per te e per gli altri, non sciuparlo! La cosa migliore è sprofondarti nella Parola di Dio. Leggi e rileggi i racconti della Passione e le pagine più belle del Vangelo sulla misericordia di Dio:
prega per chi si sta confessando;
annota sul tuo quaderno i tuoi impegni;
scrivi i più bei doni che Dio ti ha fatto.
Sono tutti mezzi che aprono all’amore e ti preservano dalla dissipazione.

Dopo il sacramento qual è la cosa più importante da fare?
E’ custodire la tua gioia. Se hai ricevuto bene il sacramento, avrai probabilmente una gioia immensa, ti verrà anche il desiderio di comunicarla agli altri. E’ importante che tu non guasti con la dissipazione le ore preziose che seguono il sacramento. Prega molto e fa’ qualche penitenza che ti costi un po’. Programma anche qualche bella carità. Consacrati alla Madonna.

( di A. Gasparino, Il sacramento del perdono. EDC. Pag. 71ss.)

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