mercoledì 3 settembre 2008

IL 5 SETTEMBRE GIORNATA DI PREGHIERA E DIGIUNO PER I CRISTIANI DELL'INDIA

Giornata di preghiera e digiuno per i cristiani dell'India
Convocata dalla Conferenza Episcopale Italiana il 5 settembre
ROMA, martedì, 2 settembre 2008 (ZENIT.org).- La Conferenza Episcopale Italiana ha invitato i cattolici del Paese a partecipare a una giornata di preghiera e digiuno per i cristiani dell'India, che si celebrerà venerdì 5 settembre, memoria liturgica della beata madre Teresa di Calcutta.
La Presidenza della CEI propone l'iniziativa “facendosi interprete del turbamento dell’intera comunità cattolica italiana di fronte all’ondata di violenza scatenatasi contro le comunità cristiane nello Stato indiano dell’Orissa, culminata nella morte di sacerdoti, consacrati e fedeli laici e nella distruzione di chiese, ospedali, case e villaggi”, si legge in un comunicato datato 1° settembre.
Per questo, “si associa all’accorato appello formulato dal Santo Padre Benedetto XVI, condannando con fermezza ogni attacco alla vita umana ed esortando alla ricerca della concordia e della pace” e invita “le Diocesi italiane a indire per venerdì 5 settembre, memoria liturgica della Beata Madre Teresa di Calcutta, o in altro giorno stabilito dal Vescovo diocesano, una giornata di preghiera e digiuno, come segno di vicinanza spirituale e solidarietà ai fratelli e alle sorelle tanto duramente provati nella fede”.
Gli attacchi da parte degli estremisti nazionalisti indù ai danni dei cristiani si stanno rivelando senza precedenti. Secondo l'Indian Catholic News Service, almeno 25 persone sono state uccise e sono state date alle fiamme le case di oltre 4.000 cristiani, costringendo più di 50.000 persone a fuggire per salvarsi.
La violenza è scoppiata dopo l'uccisione di Swami Laxmanananda Saraswati, un leader religioso induista, e di cinque suoi associati il 23 agosto, nel distretto di Kandhamal. A quanto si afferma, la strage sarebbe stata rivendicata da gruppi maoisti.
I radicali indù, tuttavia, sostengono che i killer siano stati assoldati dai cristiani, i quali hanno respinto con decisione questa accusa.
Il leader induista, di 85 anni, si opponeva da decenni alle conversioni al cristianesimo.

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