sabato 6 settembre 2008

5 settembre: IN MEMORIA DI MADRE TERESA

Le parole della Beata Teresa di Calcutta: "L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico: non importa, amalo!"
La Chiesa celebra oggi la memoria della Beata Teresa di Calcutta, scomparsa il 5 settembre di 11 anni fa, a 87 anni, dopo aver lasciato in tutto il mondo, con l’aiuto delle sue compagne e seguaci, segni indelebili di carità verso i più poveri. Molte sono le parole dell’“Angelo dei poveri” che ancora oggi vengono citate, ripetute, trasformate in esperienza di vita vissuta. Alessandro De Carolis ne ricorda alcune in questo servizio: Nel giorno in cui, ricordando Madre Teresa di Calcutta, voci da tutta l’India e dal mondo si levano e si intrecciano per implorare la fine delle violenze contro i cristiani, per invocare la pace, la tolleranza tra le persone e il rispetto tra le fedi, una domanda si fa largo nel fondo del cuore: cosa avrebbe detto lei, quale preghiera avrebbe mormorato, con quale gesto avrebbe accompagnato questa invocazione corale per la “sua” India? Forse, le sarebbe salito alla labbra quel suo sillogismo, vero concentrato di saggezza spirituale: "The fruit of silence is prayer...Il frutto del silenzio è la preghiera. Il frutto della preghiera è la fede. Il frutto della fede è l’amore. Il frutto dell’amore è la pace”. La pace è il frutto dell’amore. E mai conferma più nitida di questo assunto si è avuta in quei ricettacoli di disperazione e degrado umano che sono gli slums di Calcutta, e poi in tutte le baraccopoli del mondo, trasformati dalla dedizione di Madre Teresa e delle sue “suorine” in altrettante città della gioia. Ma la regola dell’amore è universale, non c’è ambito o ambiente nel quale non si possa applicare. Dunque, anche nel rapporto tra gente di differente credo, come tra cristiani e indù. “L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico: non importa, amalo”, direbbe agli uni e agli altri - come disse - Madre Teresa. “Quello che hai costruito può essere distrutto: non importa, costruisci”, insisterebbe, rivolgendosi magari ai cattolici che oggi vivono e faticano in India per restare fedeli al Vangelo. “La gente che hai aiutato forse non te ne sarà grata: non importa, aiutala”. Non c’è ragionamento solo umano che possa resistere alla disarmante ragione dell’amore. “E dove comincia l’amore?”, potrebbe domandarsi un cristiano, in India come altrove. Madre Teresa gli risponderebbe così: "Where does love begin?...Dove ha inizio l’amore? Nella nostra famiglia. Come inizia? Pregando insieme. La famiglia che prega insieme, resta insieme. E se voi resterete insieme vi amerete l’un l’altro come Gesù vi ama”. Utopia? No, perché Madre Teresa l’ha resa visibile e imitabile nei nostri tempi. Utopia chi crede in una pace tra cristiani e indù, oltre quell’orizzonte del pragmatico che inseguono politici e diplomatici? No, ripeterebbe incrollabilmente la piccola “matita” di Dio. “Il bene che fai forse domani verrà dimenticato: non importa, fa’ il bene”. In una sola parola: spenditi per il bene perché è questa la sola base solida per ogni rapporto umano. E con il realismo di una donna che ha visto mille risurrezioni scaturire da mille inferni di desolazione concluderebbe: “Da’ al mondo il meglio di te e forse sarai presa a pedate: non importa da’ il meglio di te”.

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