venerdì 5 giugno 2009

IO TUTTO POSSO IN COLUI CHE MI FORTIFICA (Fil. 4,13)



SAN GIUSEPPE MOSCATI, MEDICO E SANTO

La signorina Emilia Pavese, che nell’ospedale era testimone del lavoro intenso di Giuseppe Moscati, un giorno gli chiese da dove attingesse tanta forza. Moscati le rispose con le parole di S.Paolo: "Io tutto posso in Colui che mi conforta" (Fil., 4,13).

"La prolungata preghiera mattutina - scrive il p. Marranzini - quando l’alba gli permette appena d’intravedere dalla sua stanza l’abside e il campanile della chiesa del Gesù Nuovo, è l’inizio di un colloquio che in forma diversa dura ovunque si trovi, per via, in chiesa, nelle corsie dell’ospedale e anche in tram".

Molti di coloro che lo hanno conosciuto lo ricordano in preghiera, inginocchiato dinanzi al SS.Sacramento nella chiesa del Gesù Nuovo o di S.Chiara, particolarmente al mattino, prima di recarsi in ospedale. Così il Dott. Enrico Sica : "quotidianamente riceveva la S. Comunione", e l’avvocato Nicola Mastelloni: "Egli nell’ascolto della S. Messa, nel ricevere la Santa Comunione, nello stare davanti al Santissimo Sacramento dava segni di tanta devozione e raccoglimento di spirito da far trasparire chiaramente il grande amore che nutriva per Dio".

Abbiamo anche due testimonianze di persone che erano molto vicine al Santo, ne conoscevano le abitudini e soprattutto avevano con lui una certa familiarità. La prima è la signorina Emma Picchillo, donna di profonda spiritualità, vissuta per quasi tutta la vita nel Santuario di Pompei e molto vicina a Bartolo Longo.

Nel processo di beatificazione, ha deposto tra l’altro: "Si comunicava, per quanto io sappia, tutti i giorni, e molte volte con grande sacrificio. Difatti visitava infermi anche fuori Napoli, e di ritorno da tali visite, anche in un’ora avanzata, entrava in chiesa e si comunicava. Questo l’ho constatato io per quattro volte nel Santuario di Pompei, al suo ritorno da Amalfi, Salerno, Campobasso, dove si era recato per visitare infermi. In proposito ricordo che mi ha detto: "Quanta dolcezza provo nel comunicarmi ai piedi della Madonna, mi sembra di diventare più piccolo e Le dico le cose come sono".

Il gesuita Giovanni Aromatisi per vari anni era stato amico del prof. Moscati, ne conosceva bene le consuetudini di vita ed era suo consigliere spirituale. Nel processo ha detto che: "Frequentava la nostra chiesa del Gesù. Molte volte ha ascoltato e servito la mia Messa. Il culto del SS. Sacramento, fu il centro di tutta la sua vita. Tutte le volte che mi ha servito la Messa era tale lo sfavillio dei suoi sguardi, guardando l’Eucaristia, che difficilmente i miei occhi potevano sopportarlo; ero costretto ad abbassare gli occhi nel momento della Santa Comunione. Più di una volta a qualche giovane malato di debolezza, prescriveva questa ‘Cura di Eucaristia’, come sorgente di ogni fortezza".
Antonio Tripodoro s.j.

Nessun commento: