mercoledì 28 ottobre 2009

TRASFIGURARE LE PICCOLE COSE _ La perfezione consiste nel fare le azioni comuni e quotidiane in intima unione con il Signore


Dal sito www.iosonoamore.splinder.com


IL SENSO REDENTORE DELLA VITA QUOTIDIANA

(Parole di Nostro Signore a Santa Josefa - 5 dicembre 1922)

L'Amore trasforma e divinizza tutto!


"(...)Il sabato 2 dicembre ella scrive con semplicità: «Ho fatto molta fatica ad andare alla meditazione perché mi sento sfinita». Tuttavia alle otto del mattino sta al suo posto e Gesù la raggiunge prima.

« Scrivi per le anime» le dice come due giorni prima. Essa s'inginocchia davanti al tavolino vicino a Gesù che le dice: «Il mio Cuore è tutto amore e questo amore abbraccia tutte le anime ma come potrò far comprendere alle mie anime scelte la predilezione del mio Cuore che vuol servirsi di esse per salvare i peccatori e tante anime esposte ai pericoli del mondo? «Perciò voglio che sappiano quanto il desiderio della loro perfezione Mi consuma e come questa perfezione consista nel fare tutte le azioni comuni e quotidiane in intima unione con Me. Se esse capiscono bene questo, possono divinizzare la loro vita e tutta la loro attività mediante questa intima unione al mio Cuore, e qual valore ha una giornata di vita divina!

«Quando un 'anima è infiammata dal desiderio di amare nulla le è difficile ma se è fredda e inerte tutto le diventa penoso e duro. Venga il mio Cuore ad attingere coraggio! Mi offra l'abbattimento in cui si trova! Lo unisca all'ardore che Mi consuma e rimanga sicura che la sua giornata avrà un valore incomparabile per le anime! Il mio Cuore conosce tutte le miserie umane e le compatisce assai.

«Ma non desidero soltanto che le anime stiano unite a Me in maniera generale: voglio che questa unione sia costante e intima come quella di coloro che si amano e vivono insieme poiché se anche essi non si parlano sempre almeno si scambiano sguardi e si usano vicendevolmente le delicatezze ed attenzioni ispirate dall'amore.

«Se l'anima si trova calma e in consolazione certo le è facile pensare a Me. Ma se è oppressa dalla desolazione e dall'angoscia non tema! Mi basta uno sguardola capisco e quello sguardo solo otterrà dal mio Cuore le più tenere delicatezze. «Ripeterò di nuovo alle anime quanto il mio Cuore le ami... Voglio che esse Mi conoscano a fondo per poter Mi far conoscere a quelle che il mio amore loro affida.

«Desidero ardentemente che tutte le anime da Me scelte fissino gli occhi su di Me senza più distoglierli... che in esse non vi sia mediocrità, ciò che spesso proviene da una falsa comprensione del mio amore. No,amare il mio Cuore non è cosa difficile e dura ma soave e facile. Non occorre nulla di straordinario per giungere a un alto grado d'amore: purità d'intenzione nelle azioni piccole e grandi... unione intima al mio Cuore e l'Amore farà il resto!» Gesù tace un istante poi chinatosi verso Josefa che si è prostrata ai suoi piedi: «- Va' - le dice - e non temere! Sono il giardiniere che coltiva questo fiorellino affinché non avvizzisca. «AmaMi nella pace e nella gioia!».

La sera di questo primo sabato del mese Nostro Signore risponde alle sue ansie poiché ella teme i tranelli del demonio sempre in agguato per rapirle la pace e la conforta così: «- Ricordati di ciò che un giorno dissi ai miei discepoli: perché non siete del mondo, il mondo vi odia. «Oggi ve lo ripeto: perché non siete del demonio, il demonio vi perseguita! Ma il mio Cuore vi custodisce e per mezzo di queste sofferenze si glorifica. «Ama e soffri Josefa ,è per un'anima!». E ancora una volta le affida un'anima consacrata che vacilla nell'amore e la cui generosità Gli sta molto a cuore. «Gesù è sparito scrive lasciandomi la croce». Questa croce con tutto il corteggio di sofferenze che l'accompagnano peserà sulle spalle di Josefa i giorni e le notti che seguirannomentre il suo pensiero resta fisso alla ferita che ella indovina nel Cuore del Maestro. Tre giorni dopoil martedì 5 dicembre. Gesù è già ad aspettarla nella cella quando ella vi giunge e rinnova subito i voti. «- Si - incomincia col dirle.

- Sono quel Gesù che ama teneramente le anime. Ecco quel Cuore che non cessa mai di chiamarle, di custodirle, di prender cura di loro! Ecco quel Cuore infiammato dal desiderio d'essere amato dalle animema soprattutto dalle anime da Lui prescelte...». Poi continua: «Scrivi scrivi di nuovo per esse: «Il mio Cuore non è soltanto un abisso di Amore ma è anche un abisso di Misericordia! E siccome conosco tutte le miserie umane da cui neppure le anime più amate vanno esenti ho voluto che le loro azioni, anche le più piccole potessero rivestirsi per mezzo mio di un valore infinito a vantaggio di quelle che hanno bisogno di essere aiutate e per la salvezza dei peccatori. «Non tutte possono predicare né andare lontano ad evangelizzare i selvaggi ma tutte sì tutte possono far conoscere e amare il mio Cuore... tutte possono vicendevolmente aiutarsi per aumentare il numero degli eletti impedendo a molte anime di perdersi... e tutto ciò per effetto del mio amore e della mia misericordia!

«Dirò alle mie anime come il mio Cuore si spinge ancora più in là! Non soltanto si serve della loro vita ordinaria e delle loro minime azioni ma vuole utilizzare per il bene delle anime anche le loro miserie... le loro debolezze... le stesse mancanze. «Sì l'amore trasforma tutto e tutto divinizza e la misericordia tutto perdona!». Dopo un istante di silenzio Gesù prosegue: «- Addio, ritornerò ancora per dirti i miei segreti. Nel frattempo porta la mia croce con coraggio. Se Mi ami, io pure ti amo! Non dimenticarMi».

Il ritorno del Signore si farà attendere parecchi giorni trascorsi sotto il peso della croce. Tuttavia la festa dell'Immacolata non passa senza che la Madonna venga ad assicurare la figlio la della sua presenza e della sua protezione. Josefa ha molto sofferto tutto il giorno. Il suo cuore è nell'angoscia e la sera dopo la benedizione del Santissimo invoca in suo aiuto la Madre celeste. «Le ho affidato tutta l'anima mia – scrive - e l'ho supplicata di tenermi per mano. Improvvisamente mi apparve tanto bella! Aveva le mani incrociate sul petto e un velo candidissimo sul capo con riflessi d'oro. Non mi disse che queste parole: «Figlia mia, se vuoi dare molta gloria a Gesù e salvarGli le anime lasciaLo fare di te ciò che vorrà e abbandonati al suo amore». «Mi benedisse, lasciò che Le baciassi la mano e disparve». Josefa riprende coraggio in quell'abbandono che esige da lei così grandi offerte e sofferenze per mantenersi fedele giorno per giorno. Ma non può liberarsi da un'inquietudine: le sembra che attorno a lei si intuisca qualcosa dei disegni di cui è lo strumento, e la sua umiltà, il suo desiderio di nascondimento, ne rimangono attenti. «Volevo parlare di questo con Nostro Signore durante i Vespri - scrive la domenica 10 dicembre - e avevo appena cominciato quando Gesù è venuto:

«- Josefa perché sei triste? Dimmelo!». Essa rinnova i voti e Gli confida la sua ansietà. «- Ti ho detto che vivrai nascosta nel mio Cuore: perché dubiti del mio amore? Lascia che le mie parole vadano a molte anime che ne hanno bisogno». Poi sprofondandola ancora più nel sentimento della sua inutilità: «- D'altra parte che te ne viene di tutto questo? «Quando una persona parla dal basso di un grande ambiente vuoto la voce risuona in alto. Così avviene di te. Tu sei l'eco della mia voce ma se Io non parlo che cosa sei tu Josefa?». Tali parole approfondiscono in lei la convinzione del suo nulla e la confermano nella fiducia e nella pace. «Sono io Signore - ella prosegue - che Ti impedisco di venire? Perché sono già cinque giorni che non sei venuto!». «- No - risponde con bontà piena di compassione - tu non M'impedisci di venire ma Mi piace quando Mi desideri e Mi chiami. Ritornerò presto a parlarti delle mie anime. Del resto se in qualche cosa tu Mi facessi dispiacereti mostrerei la tua miseria e il tuo nulla e ti manifesterei il dominio che ho su di te! «Addio resta nascosta nel mio Cuore e lasciati coltivare dalle delicatezze del mio Amore». Nostro Signore non tarda infatti a riprendere le sue confidenze e il martedì 12 dicembre ricompare all'ora abituale. Dapprima insiste sulla sua promessa: «- Sì,Josefate l'ho detto: non devi rattristarti perché il mio Amore prende cura di te e Io M'incarico di tenerti ben nascosta in fondo al mio Cuore. Voglio che tu non dubiti mai del mio Amore! Ricorda ciò che più volte ti ho detto: non sei che una piccola e miserabile creatura che deve abbandonarsi nelle mani del suo Creatorecon intera sottomissione alla sua divina volontà.

«E ora – prosegue - scrivi ancora qualche cosa per le mie anime: «L'amore trasforma le loro azioni più comuni arricchendole di un valore infinito ma fa di più: «Il mio Cuore ama così teneramente queste anime che vuole utilizzare anche le loro miserie, le debolezze e spesso anche le loro mancanze. «L'anima che si vede circondata da miserie non si attribuisce niente di buono e quelle stesse miserie l'obbligano a rivestirsi di una certa quale umiltà che non avrebbe se si vedesse meno imperfetta. «Così quando nel suo lavoro o nel suo incarico apostolico essa sente al vivo la sua incapacità, quando prova ripugnanza ad aiutare le anime nel tendere a una perfezione che essa stessa non possiede, allora è costretta ad annientarsi. E se in questa umile conoscenza della propria debolezza essa ricorre a Me chiedendoMi perdono del suo scarso slancio implorando dal mio Cuore forza e coraggio, quest'anima non può sapere fino a qual punto i miei occhi si fissano su di lei e quanto rendo feconde le sue fatiche! «Altre anime sono poco generose nel fare momento per momento gli sforzi e i sacrifici di ogni giorno. La loro vita sembra trascorrere in belle promesse senza realizzazione. «Qui s'impone una distinzione: se queste anime si formano una certa abitudine a promettere senza tuttavia reprimere in nulla la loro natura né dare prova affatto di abnegazione e di amore, Io non dirò loro che queste parole:

"Fate attenzione che il fuoco non prenda a tutta questa paglia che ammassate nei vostri granaio, che il vento non se la porti via in un istante". «Ma le altre - ed è di queste che intendo parlare - incominciano la giornata piene di buona volontà e animate da vivo desiderio di provarMi il loro amore: Mi promettono abnegazione e generosità in questa o in quell'altra circostanza... ma giunta l'occasione, il carattere, l'amor proprio, la salute, che so Io?... impediscono loro di attuare ciò che con tanta sincerità Mi avevano promesso qualche ora prima. Tuttavia subito dopo riconoscono la loro debolezza e tutte confuse Mi chiedono perdono, si umiliano, rinnovano le loro promesse... Ah! si sappia bene che queste anime Mi piacciono come se non avessero nulla da rimproverarsi!»
La campana diede il segno d'un esercizio comune di religione e Gesù fedele al primo segno dell'obbedienzapartì subito.
Il giovedì 30 novembre Gesù è là alle otto del mattino fedele al convegno. «Scrivi per le anime - dice - e senza preambolo prosegue:
«L'anima che vive una vita costantemente unita alla mia Mi glorifica e lavora molto al bene delle anime. Forse il suo lavoro è di per sé insignificante?... se lo bagna nel mio sangue o l'unisce a quello che ho fatto Io durante la mia vita mortale quale frutto non produrrà nelle anime!... più grande forse che se avesse predicato a tutto il mondo... E ciò sia che studi sia che parli o scriva che cuci o spazzi,si riposi... purché l'azione sia prima di tutto regolata dall'obbedienza o dal dovere e non dal capriccio; inoltre che sia fatta in intima unione con Me, ricoperta del mio Sangue e con grande purità d'intenzione.

«Desidero tanto che le anime comprendano questo! Non è l'azione in sé che ha valore ma l'intenzione con cui è fatta! Quando spazzavo e lavoravo nell'officina di Nazaret davo tanta gloria al Padre come quando predicavo durante la mia vita pubblica.
«Ci sono molte anime che agli occhi del mondo hanno cariche importanti e procurano al mio Cuore una grande gloria: è vero. Però ho anche molte anime nascoste che nei loro oscuri lavori sono operaie assai utili alla mia vigna poiché sono mosse dall'amore e sanno bagnare le minime azioni nel mio Sanguee così ricoprirle con l'oro soprannaturale.

«Il mio Amore tanto può che dal nulla fa ricavare alle anime immensi tesori. Allorché unendosi a Me al mattino offrono tutta la loro giornata con l'ardente desiderio che il mio Cuore se ne serva per il vantaggio delle anime... quando con amore compiono ogni loro dovere ora per oramomento per momento, quali tesori non accumulano in un giorno! «Scoprirò loro sempre più il mio Amore... Esso è inesauribile ed è molto facile per l'anima che ama lasciarsi guidare dall'Amore!». Gesù tace e Josefa posa la penna e resta un istante in adorazione davanti a Colui il cui Cuore così largamente le si dischiude. «Addio! - le dice finalmente - torna al tuo lavoro, ama e soffri poiché l'amore non può separarsi dalla sofferenza. Abbandonati alla cura del migliore dei padri,all'amore del più tenero degli sposi!». Questa è sempre la lezione più cara al divin Salvatore. La croce è un dono di predilezione che sorpassa i favori più insigni.
In quel primo venerdì del mese la lascia a Josefa che la porterà il giorno e la notte. Il sabato 2 dicembre ella scrive con semplicità: «Ho fatto molta fatica ad andare alla meditazione, perché mi sento sfinita». Tuttavia alle otto del mattino sta al suo posto. Gesù la raggiunge. prima.

« Scrivi per le anime» le dice come due giorni Essa s'inginocchia davanti al tavolino vicino a Gesù che le dice: «Il mio Cuore è tutto amore e questo amore abbraccia tutte le anime ma come potrò far comprendere alle mie anime scelte la predilezione del mio Cuore che vuol servirsi di esse per salvare i peccatori e tante anime esposte ai pericoli del mondo? «Perciò voglio che sappiano quanto il desiderio della loro perfezione Mi consuma e come questa perfezione consista nel fare tutte le azioni comuni e quotidiane in intima unione con Me.

Se esse capiscono bene questo possono divinizzare la loro vita e tutta la loro attività mediante questa intima unione al mio Cuore e qual valore ha una giornata di vita divina! «Quando un 'anima è infiammata dal desiderio di amare nulla le è difficile, ma se è fredda e inerte tutto le diventa penoso e duro. Venga il mio Cuore ad attingere coraggio! Mi offra l'abbattimento in cui si trova! Lo unisca all'ardore che Mi consuma e rimanga sicura che la sua giornata avrà un valore incomparabile per le anime! Il mio Cuore conosce tutte le miserie umane e le compatisce assai. «Ma non desidero soltanto che le anime stiano unite a Me in maniera generale: voglio che questa unione sia costante e intima come quella di coloro che si amano e vivono insieme, poiché se anche essi non si parlano sempre, almeno si scambiano sguardi e si usano vicendevolmente le delicatezze ed attenzioni ispirate dall'amore. «Se l'anima si trova calma e in consolazione certo le è facile pensare a Me. Ma se è oppressa dalla desolazione e dall'angoscia non tema! Mi basta uno sguardo ,la capisco e quello sguardo solo otterrà dal mio Cuore le più tenere delicatezze. .."

Nessun commento: