sabato 28 giugno 2008

DONNA, DOVE STAI ANDANDO?

DONNA, dove stai andando? di Patrizia Stella

Non passa giorno senza che vengano segnalati episodi di violenza o di stupro nei confronti delle donne, spesso accompagnati da commenti di biasimo e indignazione dei mass media i quali raggirano l’ostacolo senza mai volerlo affrontare fino in fondo, denunciando addirittura la famiglia come prima causa di tanta violenza.
“Quanta ipocrisia e falsità!”. I mass media che impongono alla donna una moda perversa come segno di emancipazione spingendola a esporre con disinvoltura le parti intime del corpo non solo in spiaggia e alla televisione, ma ovunque; questi mezzi di pubblicità corrotti che usano abilmente la donna per corrompere l’uomo portando all’esasperazione la sua capacità di autocontrollo, sono poi gli stessi che, con una ipocrisia incredibile, osano farsi paladini delle povere donne sole, indifese e perseguitate denunciando con indignazione casi di stupro commessi nei loro confronti.
Povera donna, come ti stanno strumentalizzando! E tu ci caschi come una pera matura, e ti mostri davvero nuda, provocante, vuota di cervello e piena solo di ciccia o di povere ossa rivestite di cascame di pelle. Credi davvero che, così facendo, gli uomini si fermino estasiati a contemplare la tua bellezza senza minimamente essere sfiorati dal pensiero di allungare la mano o qualcos’altro?
Povera donna, stupida e ingenua, quando non smaliziata, spudorata e perversa! A onor del vero, sei tu che fai violenza sull’uomo presentandoti seminuda sul lavoro, a scuola o all’università e arrivando perfino a denunciarlo se per caso gli capita di sfiorarti! Cosa credi di ottenere da tanta trasgressione? Forse il successo, la carriera, il nuovo amante di turno ricco e belloccio che si prostra ai tuoi piedi? Questa moda non fa altro che sfasciare la tua persona e la tua famiglia, quella stessa famiglia che non si può più chiamare tale perché non è più composta da un vero padre e da una vera madre, ma dal secondo o terzo compagno, e dalla terza o quarta compagna, quando non sono tutti uniti “appassionatamente” in una grande ammucchiata di carne senza cuore né cervello.
Povera donna, ti stupisci allora che il tuo compagno, secondo o terzo, violenti tua figlia adolescente avuta dal tuo vero marito che tu hai ripudiato? Il tuo compagno non è suo padre e neppure tuo marito, e la tua non è neppure una vera famiglia, allora assumiti anche le conseguenze di questa scelta che si ritorce contro di te come un boomerang.
Donna, ritrova te stessa, la tua dignità, la tua bellezza esterna e interna, la tua capacità di amare con fedeltà fino al sacrificio, la tua vera eleganza femminile, non quella che attira i genitali dell’uomo, ma quella che attrae il suo cuore, il suo sentimento, il suo desiderio di vero amore che è fatto di attesa, di rispetto, di batticuore, di canzoni d’amore sotto la finestra della tua casa, di carezze che fanno arrossire ma che non varcano la soglia intima del tuo corpo, fino al giorno in cui, pronunciando davanti a Dio e agli uomini, il tuo “SI’”, sarai tutta sua, e lui sarà tutto tuo, per sempre. Solo allora potrai dire di conoscere la gioia dell’amore, quello vero che non tradisce.
Prima di allora, difenditi!, sii gelosa del tuo corpo e dei tuoi sentimenti, non ti concedere facilmente e, in casi estremi, tira fuori l’arma vincente: quella della fuga, mentre invochi il tuo Angelo Custode che ti protegga e ti difenda da chi non ha capito nulla della tua grandissima dignità.